Che bravo figliolo, che gran pacioccone,
un vero tesoro, un po' bambinone,
la vita dell'armi abbracciò a cuor contento,
ma meglio sarebbe fra i frati in convento.

Placido lo vedi a studio addormentato,
se parli di donne, su scatta eccitato,
leggero, saltella alla festa danzante,
coll'agile grazia d'un grosso elefante.

 

Dalla tribù dei lunghi Pantal,
ecco s'avanza il Re del caval,
seguace egli fu di Bragelonne,
è Colin per gli amici e Nik per le donne.
 

Cambia divisa e scorda le stellette,
prende le scarpe e poi non le mette,
istruttore fu fatto ai cappelloni,
li istruità per farne dei furboni.

Il re del pedale, centauro provetto,
"Aiuto, sergente! se parte non smetto!".
Artigliere dei monti, le scale fa ansante,
e noi lo vediamo pompiere pesante.
Compianto, ei morì fra i vari stenti,
fachiro, mostrandosi a tutti i presenti,
quest'orrendo prodotto di dea Visnù,
in Magna Grecia è uno Zulù.

Di nobile schiatta, egli ncque a Boiano,
ma se glielo chiedi, lo dice pian piano,
l'Accademia raggiunde pieno di speme,
ma non scordò il suo gregge ed ora ne geme.

Sconvolto guarda l'acqua che scende,
pallido, trema, che cosa gli prende?
così come l'acqua amava i cavalli,
e s'esauriva leggendo dei gialli.


 
Le antiche tribù dalle labbra a piattello,
omaggio ci fecer di un loro fratello,
piccolo, nero, cubo perfetto,
su libri e sinossi versò il loro affetto.

Il Comando | 1^ Sezione | 3^ Sezione | 4^ Sezione | 5^ Sezione | 6^ Sezione | 7^ Sezione| Visto | Altri allievi della 2^ Sezione

Webmaster Lucio Leonardi
Email lucioleo39@gmail.com

"Vetustati et discordiae resistam"