Convegno: La Guerra Fredda
e
il Caso de Lorenzo
Mio Padre muore nel 1973 a 65 anni convinto di aver risolto quasi tutte le sue battaglie.
Il c.d. scandalo del SIFAR si era ridimensionato. La Magistratura, che aveva vagliato le conclusioni della Commissione Beolchini, non rilevò alcun illecito nelle attività del SIFAR e tanto meno nei confronti del Gen. de Lorenzo.
Riguardo al c.d. colpo di Stato (Piano Solo) la Commissione Parlamentare d'inchiesta, che ripercorse l'iter di tutte le Commissioni d'inchiesta e di tutti i processi (limitando però la sua indagine solo agli avvenimenti del giugno/luglio 1964 e non su tutto l'operato dei Servizi Segreti durante la Guerra Fredda come richiesto da mio Padre) concluse la sua indagine escludendo che si fosse verificato alcun tentativo di "Golpe".
Purtroppo, nonostante tali risultanze, le accuse di colpo di Stato e di deviazione dei Servizi continuarono, portate avanti da una parte politica mediante stampa, televisione e mezzi di diffusione capillari. Nella circostanza mancò la contro informazione governativa ed istituzionale. Ritengo che facesse comodo a tutti che responsabilità politiche ricadessero su un Generale che, tra l'altro, non poteva più difendersi in quanto defunto.
L'unica cosa che rimaneva ancora in piedi al momento della sua morte era il ricorso al Consiglio di Stato avverso la sua destituzione da Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.
Generalmente si sostiene che mio Padre fu destituito a causa del c.d. scandalo del SIFAR. Le ragioni però sono ben altre.
Come ha sempre sostenuto il sen. Andreotti tutto si verificò a causa dei contrasti tra i vertici delle Forze Armate. Alcuni dovuti ad invidie e rancori personali, altri quelli sostanziali, riguardavano la diversa concezione di addestramento dell'Esercito e soprattutto le forniture militari. Il Gen. de Lorenzo riteneva che l'apoliticità fosse elemento di coesione ed anche base essenziale per l'obbedienza e per la conseguente possibilità di sicuro impiego in qualsiasi circostanza.
Tale concezione contrastava con i Corsi di Ardimento che presupponevano un indottrinamento psicologico ed addestravano anche militari di leva a corsi per guastatori con il rischio di addestrare teste calde di destra o di sinistra come puntualmente si verificò.
Il punto cruciale fu però l'acquisizione dei carri armati americani M60, enormemente costosi e non rispondenti alle nostre esigenze operative, il cui sistema di acquisto si prestava a molte e troppe perplessità .
Il Gen. de Lorenzo deciso ad ammodernare l'Esercito, come aveva fatto con il SIFAR ed i Carabinieri, agendo nel campo della sua totale ed esclusiva responsabilità, abolì i Corsi di Ardimento ed annullò il programma di produzione degli M60 varato l'anno precedente.
Tale cancellazione resta un fatto unico nella storia della politica degli armamenti in Italia, tanto più coraggiosa in quanto l'OTO MELARA aveva già avviato la produzione di un centinaio di esemplari. Fu una sfida inaudita al complesso militare industriale, non solo colpiva gli interessi di un'industria pubblica, ma era un precedente pericoloso perché sanzionava in concreto il principio che l'interesse militare doveva prevalere su quello industriale.
Questa decisione creò lo scompiglio tra tutti coloro che erano interessati a tale programma che cercarono di fargli cambiare idea in tutti i modi con intercessioni autorevoli, allettamenti e minacce. De Lorenzo fu irremovibile, pretese di svolgere il suo incarico nel solo interesse dell' Esercito sollevando questioni scabrose, addirittura esplosive, incurante di scontrarsi con enormi interessi industriali, transatlantici e privati. QUESTA FU LA SUA FINE.
Si inimicò gli Americani e tutti coloro che avevano interessi in questo affare. Queste iniziative, che tra l'altro si dimostrarono validissime in quanto rimasero anche dopo la sua destituzione, furono determinanti per addivenire, al più presto, all'idea del suo allontanamento.
Per attuare questo progetto fu accesa contro de Lorenzo una strumentale campagna di stampa e pubblicati opuscoli quali " Le mani rosse sulle forze armate" dove veniva accusato di essere comunista.
Dato che questi attacchi non produssero il risultato voluto, nell'autunno del 1966 l'azione venne orientata diversamente.
Tramite giornali quali "Astrolabio"," Paese Sera", "Espresso" ed altri venne scatenata una campagna diffamatoria tendente ad avvalorare la tesi che il SIFAR avesse deviato dai suoi compiti istituzionali a causa delle c.d. schedature illegittime ma soprattutto si sfruttò la suscettibilità del Capo dello Stato informandolo della esistenza di fascicoli informativi sulla sua persona e usandolo come molla per far scattare l'intero meccanismo, onde raggiungere l'obiettivo prefissato.
Con tale spinta il Ministro della Difesa istituì una commissione di inchiesta, formata da nemici giurati di de Lorenzo, che avvalorò la tesi delle deviazioni del SIFAR. La questione dei fascicoli (che, nella loro sostanza erano esistiti da sempre ed erano anche indispensabili per la concessione di nulla
osta di segretezza di pertinenza degli uffici di sicurezza del Patto Atlantico) era una scusa sgraziatamente orchestrata specie se si osserva che i fascicoli che avevano destato qualche risentimento si riferivano al periodo 1963? 1965 quando de Lorenzo non era più Capo del SIFAR.
Il 15 aprile 1967 il Consiglio dei Ministri, sotto continue pressioni del Capo dello Stato, che chiedeva la sua testa, destituì il Gen. de Lorenzo con la motivazione che era venuto meno il rapporto di fiducia con il Governo. Contemporaneamente si attuò, per evidente volontà politica, una sconsiderata distruzione del SIFAR, si cambiarono gli uomini, i metodi d'informazione e le fonti informative, il nuovo servizio, il SID, non ebbe più nessun collegamento con il vecchio SIFAR.
Tale distruzione del nostro servizio segreto che, come dice lo stesso Sen. Taviani, era considerato uno dei migliori, non solo dagli alleati, ma anche dagli stessi israeliani, produsse danni gravissimi sia nel nostro sistema di sicurezza che in quello degli altri paesi della NATO a tal punto che i nostri servizi segreti furono considerati inaffidabili. Quanto affermato si evince chiaramente in un rapporto fatto dal Generale Guibaud capo del Servizio di documentazione e controspionaggio francese (S.D.E.C.E.) e trasmesso al Gen. De Gaulle (Presidente della Repubblica Francese) che aveva dato l'incarico di seguire l'affare "S.I.F.A.R." per determinarne le cause e le conseguenze politiche e militari.
La carenza ed inefficienza del nuovo servizio si manifestò immediatamente dopo; durante il periodo delle stragi, per anni non si riuscì a sapere chi ne fossero i responsabili e volutamente si sottovalutarono le brigate rosse.
Non mi dilungo su tutto quello che successe quando il Caso fu strumentalizzato politicamente (accuse di colpo di Stato, processi, commissioni amministrative e parlamentari d'inchiesta), sarebbe troppo lungo parlarne.
Il mio intervento odierno vuole solo evidenziare i veri motivi della destituzione, volutamente trascurati da tutti, ricordando tra l'altro, che il Capo dello Stato, si rifiutò di
firmare il decreto con il quale all'atto della sostituzione de Lorenzo avrebbe dovuto ope legis essere nominato Presidente della Sezione Esercito del Consiglio Superiore Forze Armate, dove sarebbe potuto entrare nel merito dei contratti per le forniture militari. Nella seduta del 23 luglio 1968 della Camera dei Deputati, l' On. Covelli, apostrofando l' On. Scalfari ebbe a dirgli: "Ella deve spiegare al Parlamento da chi è stata finanziata la campagna dell'Espresso contro il Capo di S.M.E. quando questi ha preso ad occuparsi di alcune questioni riguardanti le commesse militari".
L'On. Scalari chiese, a mente dell'art. 74 del Regolamento della Camera, una commissione di indagine che non volle ascoltare il Gen. de Lorenzo che invece aveva ripetutamente chiesto di deporre e concluse i suoi lavori con una relazione letta il 4 febbraio 1969 nella quale erano state assolutamente disattese questioni di altissimo interesse per la difesa nazionale che erano a base della controversia riguardante le commesse militari che erano state il primo motivo della destituzione di de Lorenzo.
Mia Madre, dopo la morte di mio Padre e dopo lo scandalo Lockheed cercò di riaprire il caso degli M60 rivolgendosi alla Magistratura, ma fu tutto inutile.
Ora, dopo trenta anni dalla sua morte spero che la verità possa essere universalmente acclamata, non solo per onorarne la memoria ma anche per rivalutare l'opera dei Servizi Segreti allora smantellati nei settori operativi e dell'Arma indebolita da una pesante strumentalizzazione politica e da una disinformazione pilotata dal KGB.
La pagina personale di Alessandro de Lorenzo
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