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NOTA DELL'EDITORE
Solitamente chi scrive - soprattutto chi scrive i propri ricordi , che hanno sempre un'impronta autobiografica - non racconta le cose come sono: le modifica o le maschera, vuoi per dar credito alle sue opinioni, vuoi per convincere meglio.
Gaetano Calcagnile sfugge alla norma.
Non soltanto i suoi racconti - dal significativo titolo, che fa venire in mente l'idea stendhaliana del "romanzo specchio", che riflette la vita - sono un cammino nella memoria attraverso ritratti di realtà umana nelle vesti di una rigorosa divisa: indenni da suggestioni elegiache e da virtuasismi strutturali essi trasudano umiltà e senso del dovere. In un narrare tanto facile e colloquiale quanto significativo, Calcagnile non rinuncia al vantaggio di essere stato un ufficiale di massimo grado in un'Arma prestigiosa, ma se ne avvale per testimoniare, dall'alto della sua autorevole credibilità e con lo strumento di dilettevoli episodi, quanto sia necessario, per capire il mondo, concedere al sentimento il medesimo spazio che appartiene all'intelligenza.
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