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Perdonatemi se, al di fuori degli schemi previsti per questa toccante cerimonia, vi chiedo ancora qualche minuto di attenzione.
Sono stato allievo del Generale Canino; appartengo al 14° Corso di Accademia che il Generale Canino definiva "il mio amato 14° Corso".
E quale rappresentante oggi del 14° Corso desidero partecipare a tutti voi qualche breve riflessione in questo momento di grande dolore. Infatti, il dolore prevale su ogni altro sentimento ma, allo stesso tempo, esso è quasi temperato, per molti di noi, dalla consapevolezza di aver potuto conoscere a fondo, di aver potuto apprezzare l'uomo, il soldato, il Comandante, il servitore dello Stato.
Ed io, dicevo, ho conosciuto a fondo, come molti dei presenti, il Gen. Canino.
Sin dal 1958, l'allora Tenente Canino - mio istruttore in Accademia - ha saputo offrirmi insegnamenti, regole di vita, suggerimenti che sono risultati, e tutt'ora risultano, preziosi per affrontare i problemi di ogni giorno, per ottenere e mantenere i giusti equilibri.
Non ripercorro nel dettaglio la luminosa carriera del Gen. Canino; Monignor Marra ne ha già ben evidenziatole tappe più significative. Sono poi convinto che non ci siano parole sufficienti ad offrire un quadro esaustivo delle sue qualità.
Desidero però con voi, ed in particolare con i miei colleghi, ringraziarLo, esprimerGli sentita, profonda gratitudine per quanto ci ha dato.
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