Orazione funebre del Generale Antonio Mangino al Funerale del Generale Aldo Flora
Caro Alduccio,
con questo affettuoso vezzeggiativo ti chiamavamo noi amici intimi.
Non vi è dubbio che tutti noi del 14° Corso di Modena ti abbiamo stimato e voluto bene, non solo perché facevi parte del team organizzativo dei nostri periodici incontri, ma anche e soprattutto per le tue doti umane, il tuo modo di essere, per l’intelligenza, la lealtà e la generosità del tuo DNA.
Non sta a me ricordare ora il tuo curriculum militare e la tua feconda attività operativa profusa in oltre 40 anni di onorato servizio militare.
Vorrei soltanto accennare ad alcuni episodi che hanno caratterizzato in questi ultimi 30 anni i nostri rapporti interfamiliari.
La mia famiglia, Lola ed Enrico hanno avuto con te e Mirella, la tua gentile signora, un affettuoso rapporto privilegiato rispetto ad altri conoscenti ed amici.
In questo doloroso momento in cui ti stiamo dando l’estremo saluto, circondato dall’affettuosa presenza da quanti ti stimarono e ti conobbero, per me è veramente difficile vederti qui, in questa chiesa, privo di vita.
Anche se, quasi ogni settimana, venivo a trovarti nel tuo letto di dolore, peregrinando da un ospedale all’altro, sempre più spento; talvolta sembrava che percepissi la mia presenza.
Vorrei ricordare la tua affettuosa e costanta dipendenza da Mirella, moglie affettuosa ed innamorata sempre attenta alle tue personali esigenze di vita. La tua compagna di vita per ben 18 mesi ha vissuto giornalmente il tuo dramma, chiusa nel suo dolore, senza una lacrima.
Purtroppo un triste destino non ha voluto che trascorressi serenamente ancora molti anni con lei, Veronica ed Alessandra, con il tuo genero Giovanni e con il tanto atteso nipotino, tanto desiderato e mai conosciuto.
Vorrei ricordare i nostri frequenti incontri di tennis; eravamo una coppia affiatata con un buon livello di gioco.
Oggi sono qui presenti i nostri comuni amici del tennis che abbiamo incontrato spesso nei vari campi di Roma.
Ricordo le nostre frequenti serate conviviali del sabato sera, quando ci incontravamo con gli amici di sempreLola ed Enrico per trascorrere qualche ora spensierata.
Ancora fino a qualche tempo fa quando telefonavamo a casa tua e sentivamo la tua voce registrata “Siamo momentaneamente assenti” avvertivamo una stretta al cuore e dicevamo a noi stessi “Gesù, fa che sia vero.”
Ricordo quel lontano 3 luglio di due anni fa quando avrei dovuto giocare con te al Circolo dell’Aeronautica.
Non venni, ma non potevo immaginare che sarebbe stata la tua ultima partita e che con la mia assenza non avrei potuto darti con gli altri amici, oggi qui presenti, il mio forse impossibile aiuto.
Ricordo da ultimo il tuo costante anelito di vivere con gioia questa vita, con allegria e spensieratezza; concetto di vita che con il tuo accento napoletano spesso mi dicevi: “Anto’, mica immo muri’ ‘e malatia” che voleva significare godiamo questo momento e non pensiamo al peggio.
Alduccio caro, noi tutti continuiamo a ricordarti e a volerti bene.
Tu ora sei nella pace del Signore, sei un’anima santa che brilli in cielo come una stella.
Da lassù anche tu continua a volerci bene come hai sempre fatto, ora con le tue preghiere affinché il Signore ci dia pace e serenità.
Caro Alduccio, caro e fraterno amico mio di sempre, addio!
Ciao Mirella, Veronica, Alessandra, Giovanni ed i tuoi fratelli.
Tutte queste persone qui presenti ti abbracciano affettuosamente per questo ultimo commosso saluto.
Ciao Alduccio…..