La pagina personale di

Cesare Costantini



Lettera di un figlio ad un padre mai conosciuto

Come si può parlare di un papà se questa persona non si è mai conosciuta?
Credo che ognuno di noi nella vita nasca predestinato e non esista intelligenza, forza di volontà, caparbietà che possa lottare contro quella parte inconsapevole della nostra esistenza.
Solo il valore dell'amore verso la vita e tutto ciò che ci circonda, può in qualche modo contrastare e far prendere una direzione diversa ad un destino già programmato.
Cesare Costantini amava il suo lavoro era fiero e orgoglioso di essere un Alpino, la montagna era dentro di lui e sicuramente nell'apparente silenzio della natura riusciva a sentire e vedere suoni, colori e sensazioni che lo riempivano di gioia.
La fotografia era lo strumento sicuramente da lui preferito, più delle parole, per cogliere e trasmettere meravigliosamente tutte quelle emozioni che sono state raccolte in dieci album fotografici datati cronologicamente e da lui composti.
Questi album sono la mia fortuna perché mi hanno dato la possibilità di vedere con i suoi occhi quello che mi avrebbe voluto trasmettere e insegnare se fosse stato vicino a me nella mia vita.
Conosco mio padre solo grazie a queste foto e ogni scatto fotografico non è solo una immagine bloccata ma una emozione intensa, una vibrazione di energia che ogni persona sensibile può ascoltare e vivere.
Certe volte però devo lavorare con la mia fantasia perché purtroppo io non conosco il suono della sua voce, di una sua risata o di un suo rimprovero come anche il suo odore. Questo è e rimarrà un vuoto incolmabile che ne l'amore di un secondo papà o di una mamma potranno mai colmare.
Il Capitano degli Alpini Cesare Costantini è deceduto all'età di soli trentuno anni mentre prestava soccorso ad un carabiniere che si era infortunato e disperso in alta quota.
Ha passato tutta la notte con lui tenendolo sveglio e aspettando i soccorsi all'alba. Con tutto il suo gruppo ha diretto le operazioni di soccorso e dell'atterraggio dell'elicottero con un ufficiale medico a bordo; ma nelle operazioni di scarico e carico della lettiga l'elicottero ha perso, vista la zona molto impervia e difficile, stabilità e purtroppo i rotori hanno toccato mio padre.
La colpa non è di nessuno, era semplicemente il suo mestiere non un lavoro di scrivania e mio padre sapeva i rischi che correva.
Ho avuto la fortuna di avere una mamma forte e coraggiosa che in giovane età ha deciso di risposarsi e di portare avanti quel progetto di amore che aveva intrapreso con mio papà.
Questo secondo padre è una persona meravigliosa che mi ha accolto come se fossi suo figlio e mi ha dato e mi sta dando tutto il suo aiuto per darmi la possibilità di vivere una vita felice e serena.
Ma con tutto il rispetto che ho nei suoi confronti il mio papà resterà sempre il mio papà.

                                                                                                                      Marco Costantini



Articolo apparso sul giornale "Alto Adige"


Carissimi,
Il sacrificio di Cesare Costantini, che ha perso la vita durante il generoso salvataggio di un carabiniere disperso ad alta quota durante le operazioni di contrasto al terrorismo Altoatesino, ha ottenuto il riconoscimento delle Istituzioni.
Il Signor Presidente della Repubblica ha concesso alla memoria di Cesare la Medaglia d'Argento al Merito Civile con questa motivazione:

"Interveniva, con il proprio reparto, nelle ricerche di un Carabiniere risultato disperso durante le operazioni di sminamento dei rifugi lungo il confine Italia - Austria, nell'ambito delle azioni di contrasto al terrorismo ad opera di movimenti estremisti per l'indipendenza del Sud - Tirolo.
Rintracciato il malcapitato in tarda serata, rimaneva con lui per assisterlo durante la notte, in attesa dell'arrivo dell'elicottero. L'indomani, mentre erano in corso le operazioni per il recupero dell'infortunato, finiva nell'area di rotazione delle pale dell'elicottero, rimaste in azione per l'instabilità del mezzo causata dal terreno sconnesso, e veniva colpito riportando gravissime lesioni, a seguito delle quali perdeva tragicamente la vita.
Chiaro esempio di altissimo senso del dovere, di abnegazione e di generoso altruismo" .

Dobbiamo essere orgogliosi di aver annoverato tra le nostre fila, colleghi come Cesare Costantini, Mario Malausa (Medaglia d'oro al Valor Civile) e Nicola D'Andria che hanno perso la vita per l'assoluta dedizione ai principi di amor di Patria, lealtà, spirito di sacrificio ed amore per la propria professione. In sintesi questi colleghi, come ho scritto nella pubblicazione per ricordo del sessantennale, hanno dato "prova che quei principi etici e morali appresi negli anni accademici trovavano piena rispondenza nel loro operato."

Pierpaolo


Cerimonia di conferimento della medaglia d'argento alla memoria alla consorte di Cesare Costantini con filmato e fotografie.