A volte, quando uno sente parlare di carabinieri, o di giornalisti, o di magistrati, diventa, per così dire, allergico. Spera di non essere mai arrestato da quel carabiniere, mai interrogato da quel giudice e che mai quel giornalista venga a conoscere la sua storia. Inutile dire che in queste e altre categorie professionali i "buoni" superano largamente i "cattivi", ma leggendo i libri del Generale Gaetano Calcagnile si ha l'impressione che, se per caso siamo innocenti, se per caso la nostra era una marachella ed è stata scambiata per un reato, sarebbe meglio avere a che fare con uno come lui.
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Un carabiniere allo specchio si compone di incisivi resoconti e testimonianze dirette, vissute nell'esercizio del proprio dovere professionale: dal semplice raggiro al rapimento di Aldo Moro, dai disordini pubblici all'attentato alla stazione ferroviaria di Bologna, dai sequestri di persona alla lotta antidroga. La nostra storia nazionale è restituita dallo sguardo vigile di un porotagonista di primo piano che, come egli stesso puntualizza, ha sempre considerato la propria carriera una missione al servizio dei cittadini, un impegno inderogabile per la Giustizia, una fedeltà ai valori ultimi dell'individuo e dello Stato.
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