Il giorno 2 aprile u.s. è. deceduto a Parigi il Gen. Goffredo Canino, già Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. L'improvvisa notizia ha colpito dolorosamente le migliaia di persone militari e civili che lo hanno conosciuto.
Uomo dal grande cuore, lo ricordiamo soprattutto per l'estrema disponibilità e generosità nel risolvere i problemi di tutti coloro, di ogni grado o condizione, che ricorrevano a lui per un aiuto; e questo, andando anche oltre ogni regola o formalità, privilegiano sempre íl lato umano e dimostrando di trarre [a massima gratificazione nell'aiutare il prossimo. Il tutto con la Sua tradizionale bonomia che lo portava frequentemente a suggellare ogni occasione di incontro con un amichevole abbraccio.
Alla serietà ed al rigore profes¬sionale, contrapponeva una simpatica giovialità che si traduceva spesso nella complice battuta scherzosa e nell'istintivo desiderio di comunicare e socializzare con tutti, senza distinzione di grado e di livello.
Schivo da ogni formalismo di maniera, era profondamente scrupoloso sia nello svolgere i propri compiti professionali sia nell'esigere serietà e competenza dai propri subordinati. Inoltre, la sua alta professionalità militare si manifestava soprattutto nello svolgimento di una carismatica e competente azione di comando svolta sempre nell'interesse superiore dell'Esercito.
Figura di estrema dignità, non ha esitato a rassegnare le dimissioni di Fronte ad ingiuste ed offensive prese di posizione di un certo potere politico e mediatico che ne offendeva l'onorabilità nell'incaríco e nella persona. Trasferitosi a Parigi, restò in silenzio per circa quindici anni in attesa che fosse fatta giustizia; una giustizia finalmente fatta che, pur non avendo la stessa clamorosa diffusione delle accuse iniziali, ripristinò pienamente, anche se in ritardo, il Suo onore di uomo e di ufficiale. Anche se lontano dal proprio Paese, sempre ha ricordato i numerosissimi amici. Ogni ricorrenza era da lui puntualmente sottolineata con l'invio del Suo caratteristico biglietto augurale o di saluto, concluso sempre "Con un fraterno abbraccio".
Ha dimostrato amore per l'Istituzione anche scrivendo sul nostro periodico "Tradizione Militare"; in un recente articolo di fondo, infatti, ha voluto, ancora una volta fornire il proprio contributo di idee per una migliore efficienza dello strumento militare,
Grande uomo e figura militare di spicco, lo ricorderemo sempre con tanto affetto e reverente stima.
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