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La
pagina personale di
Giuseppe Ardito
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Alcuni amici mi hanno più volte sollecitato a redigere una pagina per il nostro sito in Internet ed alla fine mi hanno convinto.
Sono sempre stato restio a parlare ed a scrivere di me per un naturale senso di riserbo, ma nel caso specifico lo ritenevo anche superfluo perché i potenziali lettori mi hanno conosciuto in tempi e luoghi che non ammettevano finzioni. Ognuno si presentava così com’era, allo”stato grezzo” senza le sovrastrutture che poi con gli anni tutti ci siamo dati, chi più chi meno.
Sono nato il 13 ottobre 1938 a Chieti e sono molto fiero di queste mie origini in terra d’Abruzzo che, con l’educazione impartitami dai miei genitori, ha determinato i tratti salienti del mio carattere e mi ha inculcato principi e valori dai quali non ho mai derogato.
Non ancora quindicenne sono entrato alla Scuola Militare Nunziatella ed ho così iniziato la mia vita sotto le armi, una scelta che, data l’età, non può essere attribuita a calcoli utilitaristici, ma solo a ideali e sogni di un ragazzo di provincia.
Ho avuto la fortuna d’incontrare una donna meravigliosa e l’ho sposata. Se alla mia famiglia d’origine devo ciò che sono, a Lei devo ciò che sono diventato.
Mio figlio ha voluto seguire le mie orme e presta servizio in quello che è stato il mio primo Reggimento. È per me questo motivo di legittimo orgoglio. Mi sono sottoposto ad un numero considerevole di trasferimenti, ben 23. Ogni volta con il dispiacere del distacco, ma subito dopo con il piacere di nuove conoscenze ed esperienze che hanno arricchito la mia umanità e professionalità.
Il 13 ottobre 2001, dopo 48 anni di servizio, al compimento del 63° anno ho lasciato la Forza Armata. Non ho chiesto un giorno in più e non ho accettato altri incarichi.
Il mattino successivo sono andato nel mio ufficio, dove avevo operato per quattro anni e mezzo, ho raccolto le mie ultime cose, sono uscito, ho chiuso la porta e consegnato le chiavi al personale di servizio. Quindi ho lasciato il mio Comando, senza voltarmi indietro perché non vi era nulla in sospeso. Consideravo assolto il mio compito. Come ho scritto nel mio ultimo Ordine del giorno: L’Esercito non mi doveva nulla, ma anch’io non dovevo nulla all’Esercito.
In verità, ripensandoci, all’Esercito devo ringraziamento.
Devo ringraziarlo per avermi fatto incontrare un numero enorme di persone, tra le quali hanno un rilievo particolare i miei compagni della “ Nunziatella”, voi, del 14°corso con cui ho condiviso due anni duri ma belli ed entusiasmanti, i miei superiori ed i tantissimi soldati, sottufficiali ed ufficiali, che ho avuto alle dipendenze. Molti mi onorano della loro considerazione: è impossibile avere contatti con tutti, ma tutti sono nel mio bagaglio dei ricordi, un patrimonio prezioso dal quale ricavo momenti piacevoli.
Sono ormai sul viale del tramonto della mia vita ed è doveroso farne un bilancio. Ritengo sia positivo per tre motivi: mi è stato concesso di avere una bella famiglia, mi è stato consentito di fornire un contributo alla Forza Armata ed ho la percezione di avere attorno a me un alone consistente di affetto, amicizia, stima e rispetto, che mi appaga pienamente e ricambio di cuore.
Sono ben consapevole che ci sono persone, spero non molte, che la pensano diversamente. Le loro opinioni sono legittime ed io le rispetto purché derivino da contestazioni obiettive e non siano frutto di preconcetti, distorte visioni dei fatti, malanimo o livori.
Ho avuto dei contrasti, e non pochi, ma mai per motivi personali, bensì sempre e solo per questioni di servizio. È per questo che io non nutro rancore o risentimento nei confronti di alcuno.
Con questi sentimenti e certezze cerco di vivere con la serenità a me possibile i giorni che il buon Dio mi concede.
  Un cordiale saluto a tutti
  Giuseppe Ardito
Breve testimonianza al Funerale del Generale Giuseppe Ardito celebrato all’Ospedale al Celio il 22 ottobre 2009
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