La pagina personale

di Adriano Zenari



Riordinando periodicamente le mie carte, ho rinvenuto una lettera che mi giunse da un familiare di Adriano Zenari, quando scrissi loro alcune parole di circostanza per la scomparsa del povero e assai sfortunato nostro compagno, che già al raduno del 40ennale era completamente privo della vista, dovuta ad 'un picco' di diabete. Vi riassumo il contenuto della lettera che, pur indirizzata a me, è di fatto un ringraziamento a tutto il nostro Corso e forse, meriterebbe di essere inserita, a cura di Lucio, nella Pagina Personale di Adriano che è completamente vuota.
Inizia:

Gentile Generale,


a nome di tutta la famiglia la ringrazio per la sentita partecipazione alla notizia della scomparsa dello zio Adriano.
Come può immaginare, gli ultimi anni della sua vita non sono stati dei più sereni.
Alla cecità si era sommata anche una malattia degenerativa cerebrale che lo aveva costretto all'infermità totale.
Il cruccio più grande per noi era la sua lucidità e la sua presenza; chissà quanto ha sofferto in silenzio, visto che anche la parola era stata toccata da questa "MALEDETTA" malattia.
Come ribadito nella comunicazione inviatavi sul sito, lo zio ha affrontato con dignità (non so dove la prendesse) ed uno spirito penso d'altri TEMPI o meglio ancora "SPIRITO DA ALPINO", tutto il decorso della malattia.
Se ne è andato serenamente, assistito dai suoi famigliari, sempre presenti.
Il Gruppo Alpini di Lugo al Suo funerale gli ha reso omaggio in maniera ESEMPLARE e al tempo stesso SEMPLICE come lo zio avrebbe voluto e penso che sia stato più che contento.
Nel ringraziarLa ancora, Le chiedo di ricordarlo come quando era ancora in Accademia, GIOVANE E FORTE.
E con questo, se me lo concede, La saluto affettuosamente.
La nipote ZENARI CATERINA (Lugo Vicentino, 2 feb. 2012).

L'ultima visione che ho di Adriano Zenari, vivo ed in buona salute, risale a quando, in transito con altri colleghi del Rgt. diretto in Aspromonte per ricognizioni, si fermò a Cosenza dove ero Capo Ufficio al CMZ, per salutarmi e ritirare la documentazione in vista di attività da svolgersi in quel poligono.
In quella circostanza, mi fece dono della cravatta della Taurinense, che conservo ancora.
Vi abbraccio.
Pierino Petrarca