Vechia e rugosa d‘anni

Poesia di Francesco Caporale (Ciccio il Bruzio)



E gli ulivi,
Indulgevano,come vecchi senz’ansia di vita,
Allo sferragliare d’un treno

Che con l’animo di legno e metallo
Correva ,sbuffando nero vapore,
Entro quell’oasi di verde silenzio

E poi tra il giallo del grano
A lungo adagiato e ondeggiante
Su declivi di molli colline e sul piano

Poi sembrava fermarsi
All’apparire del mare
Con l’onde,pigre, che s’allungavano lente.

Di questa terra
Vecchia e rugosa d’anni
Non resta che un solitario canto

Nell’eco dei suoni
Che vaga tra queste mura antiche
E che un’ultima umanità trattiene al suolo..

Ed in questo silenzio,
Che il vento fa vibrare,
E nello schiudersi delle visioni

Mi par d’udire,
Tra queste pietre erose,
Una voce antica, una voce greca d’accento .

 

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