TEMI E PERSONAGGI STORICI
DI MIO INTERESSE
Ludwig Feuerbach
NON RITRATTO: LUTERO
I valdesi e gli umiliati
Concilio di Costanza
Università
di Tubinga
Marsilio da Padova
Inquisizione
Oliver Cromwell
Guglielmo di Ockam
Gesuitismo
John Wylif
Un cattolicesimo riformato.
IL BUDDHA
Max Weber
L'Anticristo Nietsche F.)
Tommaso Moro(More)
Paradigma riformato di Lutero
Thomas Crammer
Il contesto storico e religioso
Il mondo islamico oggi
Islam in sintesi
La forza della meditazione
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’ religione-proiezione dell’uomo’.
La pretesa di questo libro era enorme :esso voleva colpire
una volta per tutte qualsiasi forma di religione riducendo integralmente il
religioso all’umano. Il suo effetto fu immenso : convertì all’ateismo consolò
Max Stirner e Bruno Bauer , ma anche Karl Marx e Friedrich Engels. Infatti il
materialismo dialettico ha sempre presupposto , nel sistema comunista, la
critica della religione compiuta da Ludwig Feuerbach, che divenne così il
‘’padre della Chiesa’’ dell’ateismo moderno La filosofia di Ludwig Feuerbach
aveva acquistato letteralmente una dimensione storico- mondiale.
unico concilio ecumenico tenuto in Germania forse il più
efficace del medioevo, che si poneva 3 scopi:
1) la causa unionis, il problema dell’unità della Chiesa,
2) la causa refomationis, il problema della riforma della
Chiesa nel capo e nelle membra,
3) la causa fidei, il problema della predicazione
ecclesiastica e dell’amministrazione dei sacramenti.
si era molto allontanato dagli ideali del suo fondatore e si
era invischiato nella politica e negli affari di questo mondo, in quanto
antesignano ideologico del paradigma medieval-controriformistico cadeva ora
sotto la pressione dell’illuminismo. Odiato proprio nei paesi latini in quanto
agente del papato ed esponente dell’antimoderno, l’ordine dei gesuiti veniva
soppresso dai regimi assolutistici (perseguenti evidentemente i propri
interessi) del Portogallo, espulsione dalle ammirabili riduzioni indiane del
Paraguay) della Francia, della Spagna, di Napoli, e infine ‘’ per sempre ’ ’ del
‘papa Clemente IV in persona
(Thomas More). Santo,umanista e uomo politico inglese (Londra 1478-1535). I momenti essenziali della vicenda personale di T. furono legati allo svolgersi della contesa che opponeva al papato Enrico VIII: chiamato a succedere al cardinale Wolsey nella carica di Cancelliere del Regno (1529), fu costretto nel 1532 alle dimissioni per la propria opposizione al riconoscimento di Enrico VIII come capo della Chiesa d'Inghilterra. Poco più tardi, il rifiuto di accettare l'Atto di successione, che dichiarava nullo il matrimonio tra il re e Caterina d'Aragona, e l'Atto di supremazia, con il quale il Parlamento confermava Enrico VIII unico capo supremo della Chiesa anglicana, condusse all'imprigionamento di T. (1534) e alla sua condanna capitale: T. rimase così una delle più illustri vittime dell'ultimo atto di una lotta plurisecolare tra la corona inglese e la Chiesa di Roma. Festa il 6 luglio.
Opere
Oltre che alla sua vicenda biografica, la fama di T. è dovuta altresì alla sua cultura umanistica e, in particolare, all'opera in cui questa cultura trova più compiuta espressione, il libro De optimo rei publicae statu deque insula Utopia (1516). Lo scritto di T. è nato sullo sfondo di un umanesimo critico di stampo erasmiano (Erasmo e T. furono legati da personale amicizia): in T. il recupero della cultura classica viene posto al servizio di un progetto filosofico di critica politica, che trova la sua più immediata motivazione nella necessità di comprendere e fronteggiare la complessità dei processi di mutazione economico-sociale, nonché dei contrasti civili in atto nell'Inghilterra agli inizi del Cinquecento. L'Utopia di T. (capostipite del genere letterario-filosofico moderno che da essa prende l'appellativo di utopistico, appunto) è divisa in due parti: nella prima ciò che risalta è l'interpretazione pessimistica che T. dà della situazione a lui contemporanea, la cui caratteristica di transizione da forme di organizzazione sociali e politiche fondate su un'economia prevalentemente rurale a un assetto borghese della società viene colta nei suoi aspetti contingenti negativi e nelle sue manifestazioni disgregative. Nella seconda parte, al dato storico viene contrapposto il progetto riformatore, sotto la forma dell'invenzione di una societas perfecta, quella appunto dell'immaginaria isola di Utopia (determinante è qui la reminiscenza della Repubblica platonica): in Utopia la risoluzione dei contrasti sociali si affida all'abolizione della proprietà privata, quindi al comunismo dei beni e alla mancanza del commercio, mentre vincolante per tutti è l'obbligo del lavoro rurale. L'ordinamento politico si fonda sull'elezione di magistrati da parte dei grossi nuclei familiari in cui si struttura la società civile, mentre, sul piano religioso, vige il principio della libertà delle forme di espressione della fede, la pratica della tolleranza che rifiuta ogni esclusivismo confessionale.
Nel 1173, un ricco mercante di Lione.
Pietro Valdo ,dona i suoi beni ai poveri e raccoglie rapidamente dei seguaci e
il
gruppo si mette a professare la povertà volontaria. Alcuni
Chierici Aderenti Al Movimento Traducono,Per Pietro Valdès e per i laici , la
Bibbia in volgare. L’arcivescovo di Lione, un cistercense,vieta sia la mendicità
sia la predicazione. Valdès e i suoi seguaci si recano a Roma, per il terzo
concilio del Laterano nel 1179, ‘’ scalzi,coperti d lana, senza bagagli, tutti i
loro averi in comune come gli apostoli, seguendo spogli il ‘’ Cristo spoglio ’’.
Nel 1184, il papa Lucio III scaglia l’anatema contro una serie di eretici
tra i quali i ‘’ poveri di Lione, i valdesi.
Inquisizione
Nome spaventoso, che riempie molte delle pagine più oscure
della storia della Chiesa, con la sistematica persecuzione giudiziaria degli
eretici da parte di un tribunale ecclesiastico della fede (inquisitio hereticae
praviatis), che aveva l’appoggio non soltanto del potere secolare, ma anche di
larghi strati della popolazione, che spesso godevano avidamente delle esecuzioni
capitali di eretici.
In linea di principio, anche l’inquisizione diventa una
caratteristica proprio del "paradigma cattolico-medievale. Infatti quello che
nella Chiesa antica era un caso isolato, nella Chiesa dell’alto medioevo divenne
un’istituzione regolare: l’universale ed effettiva inquisizione papale in quanto
alleggerimento" completamento ed intensificazione dell’inquisizione episcopale
(esercitata già nel primo medioevo). Quello che nella Chiesa dl IV secolo veniva
aborrito, nella Chiesa dei XII/XIII secolo diventava così un precetto.
Ma come si è giunti all’inquisizione papale?
Con lo sviluppo della Chiesa
potente si erano sviluppati anche, comprensibilmente, i movimenti di
opposizione "dal basso", dai quali lo stato e la Chiesa pensavano di potersi
difendere con semplici rappresaglie. Un esempio atroce: la crociata, bandita da
Innocenzo non era contro gli albigesi di indirizzo cataro, che diede vita a
guerra di persecuzione durata 20 ani(1209-29).
Le sue conseguenze furono lo
sradicamento di grandi gruppi e l’eliminazione delle principali famiglie del sud
della Francia,da una parte, e il rafforzamento del potere centrale di Parigi su
questa regione, dall’altra. Nel mezzo della guerra, nel novembre 1215, il
quarto concilio lateranense emanava severe disposizioni contro gli ebrei, ma
anche contro gli eretici, per la cui valutazione veniva formulata , già
all’inizio delle costituzioni conciliari, una dettagliata professione di fede,
per il cui imbrigliamento , in una lunga sezione sugli eretici, veniva vietata
la predicazione abusiva.
Un influsso decisivo sulla formazione
dell’inquisizione nel medioevo ebbe poi indubbiamente l’imperatore Federico II,
che negli editi della sua incoronazione, (1220) stabiliva come pena per l’eresia
la morte sul ‘’rogo’’.
Ma altrettanto va detto di papa Gregorio IX , che
con la costituzione <<Exttracomunicamus>> (1231) avoca a sé la
lotta alle eresie, finora organizzata soprattutto dai vescovi locali e, per
la scoperta degli eretici, nominava degli ‘’INQUISITORI PONTIFICI’, soprattutto
tra gli appartenenti ai mobili i ordini ’mendicanti. I condannati dalla Chiesa
dovevano venire consegnati al tribunale secolare – per la punizione mediante la
morte sul rogo o per lo meno mediante il taglio della lingua; i laici non
dovevano discutere sulla fede sulla fede né in pubblico né in privato,ma
soprattutto dovevano denunciare tutti i sospetti di eresia ( considerata una
malattia contagiosa). Per la soluzione delle questioni di fede era competente
unicamente l’autorità. Ecclesiastica, che non ammetteva libertà di pensiero e di
discorso.
Proprio INNOCENZO IV, un grande papa giurista, doveva ancora fare un
passo in avanti. Egli autorizzò l’inquisizione a permettere all’autorità secolare di fare
anche uso della tortura come mezzo per estorcere la confessione. Quali concreti
tormenti ciò significasse per le vittime è impossibile dire………..
Tutto ciò roba dei tempi passati? Oggi, si dirà, la tortura e la morte sul rogo non
esistono più nemmeno nel paradigma cattolico-romano, dopo la Riforma e
l’Illuminismo si sarebbe comunque fatto pulizia di questi barbarismi. Ma.
L’inquisizione romana, fondata nel medioevo, sopravvive sotto nome più volte
mutato ( SANCTUM UFFICIUM,SACRA CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI) e in sostanza
continua ad operare in base a principi medioevali, che hanno poco a che gare
con i trinci giuridici riconosciuti universalmente( e allora sostenuti anche dal
papato nei confronti di altri). E con esigenze più primitive della giustizia:
1) Il procedimento contro un sospettato o un accusato è segreto,
2)
Nessuno sa chi siano gli informatori
3) Non ha luogo un interrogatorio in
contraddittorio per i testimoni o i periti,
4) Non viene permessa la visione
degli atti, così che resta impedita una conoscenza degli atti dibattimentali,
5) Accusatori e giudici sono identici,
6) L’appello a un tribunale
indipendente è escluso o inutile,
7) Obiettivo del procedimento non è
l’accertamento della verità ma la sottomissione all’insegnamento romano sempre
identificato con la verità ( ‘’obbedienza’ nei confronti della ‘’’ Chiesa) ‘’’
Si imponeva sempre più la prassi che papi e vescovi all’opposizione
interna alla Chiesa riservavano una persecuzione spietata. Nella Chiesa
incominciò sempre più a regnare la forza, assicurata dalla teoria delle ‘’ due
spade , secondo cui il ‘’ braccio secolare ‘’ doveva prestare la propria spada
all’autorità ecclesiastica per combattere l’eresia e lo
scisma
L'ANTICRISTO(Nietsche
F.)-maledizione del cristianesimo.
Prefazione: questo libro si conviene a pochissimi. Forse di
questi non ne vive ancora neppure uno . Potrebbero essere quelli che comprendono
il mio zarathustra , come potrei confondermi con coloro che per i quali già oggi
vanno crescendo orecchi? A me si confà unicamente il giorno seguente al domani.
C’è chi è nato postumo.
Fondata , anche come facoltà di teologia cattolica, dopo le
guerre napoleoniche, accanto a quella evangelica,nello stesso luogo.-
Qui ci
si confronta in maniera intensa e costruttiva con la filosofia idealista come
pure con le richieste di riforma pratica dell’illuminismo. Vi insegna Hans
Küunmg
NON RITRATTO:
LUTERO
Se non sono convinto da
testimonianze della Scrittura o da chiari motivi della ragione- non credo
infatti né solo al papa né ai soli concili , perché è evidente che essi hanno
sbagliato –resto convinto dai passi scritturali che ho citato e la mia coscienza
rimane prigioniera per opera della parola di Dio, perciò non posso e non voglio
ritrattare nulla. Infatti agire contro coscienza è gravoso, non è. Salutare ed è
pericoloso. Dio mi aiuti.
Amen. conclusione del discorso di Lutero davanti
all’imperatore e agli stati generali dell’impero-Worms 18 aprile 1521
Paradigma
riformato di Lutero
dopo la condanna della dieta
imperiale, Lutero,alla Wartburg, in 10 mesi completa – sulla base dell’edizione
greco-latina di Erasmo, la sua TRADUZIONE del NUOVO,TESTAMENTO, il capolavoro
normativo dell’alto tedesco.
-La Bibbia deve anzi essere il fondamento di
una religiosità evangelica e della nuova vita comunitaria. <e ora il
paradigma riformato di Lutero , fondato,unicamente sulla Bibbia, doveva
rappresentare la vera, grande alternativa al paradigma cattolico-romano
medievale criticato in maniera radicale. Il Vangelo come motivo di
innovazione!
Marsilio da Padova
Ex rettore dell’università di Parigi, in ‘’’Defensor
pacis’’(1324) proponeva per la prima volta , con argomenti filosofici e
biblico-patristici , una dottrina dello stato non clericale , che ha anticipato
moderne teorie statali con la loro separazione tra diritto profano e diritto
divino , tra legge e coscienza: sovranità nazionale , indipendenza del potere
statale da quello ecclesiastico, indipendenza dei vescovi dal papa, anche della
comunità dalla gerarchia. La causa .principale della turbolenza e della
discordia nella vita politica è vista da questo ‘’ difensore della pace ‘’
dall’argomentazione acuta nella ‘’ plenitudo potestatis ), la quale sarebbe
priva di qualsiasi base biblico-teologica; delle questioni controverse si deve
trattare in concili generali , convocati dal sovrano secolare.
Guglielmo di
Ockam
In epoca in cui la Germania era colpita da
quasi 2 decenni da interdetto e la religione come la morale subivano enormi
danni in Europa, a Marsilio da PD si associava, come avvocato influentissimo dei
diritti imperiali di fronte al papato, il capo della ‘’ via moderna ‘’ (
nominalismo) il filosofo e telogo inglese Guglielmo di OcKam , che rinnegava
ogni giustificazione della fede mediante la ragione e –anche attraverso Gabriel
Biel- doveva esercitare un forte influsso su Lutero- fustigava le personalità
dei papi contemporanei e criticava la ‘ pienezza dei poteri ‘ papali sulle
questioni mondane.
Proprio Ockam,che nel 1328 assieme al generale
dell’ordine francescano,a Marsilio e altri era fuggito dal carcere pontificio
per riparare presso la corte di Ludovico il Bavaro a Pisa e nel 1347 doveva
morire a Monaco, era ora annoverato ,sorprendentemente, tra i difensori
dell’infallibilità del papa. Ci si chiede : come si è giunti proprio in questo
tempo a una tale dottrina , che per 1200 anni non è mai stata
insegnata?
Enrico VIII, Thomas Moore (Moro) e Thomas Crammer(già corrispondente di Calvino, nominato da Edoardo VI-1547-53 .-
arcivescovo di Canterbury)
Dai tempi di Gregorio Magno , la Chiesa anglicana- nel
medioevo una designazione geografica della Chiesa cattolica in Anglia/
Inghilterra con i 2 arcivescovati di Canterbury e York si era sentita legata a
Roma. Con la cultura monastica e la sua erudizione, nel basso medioevo messa
aveva promosso , sul continente europeo, la significativa missione fra le tribù
germaniche. Con Anselmo di Canterbury durante la lotta inglese per le
investiture, essa aveva difeso la libertà della Chiesa come pure la scolastica.
Ma la protesta contro il sistema romano non si era levata prima e più fortemente
proprio in questa Chiesa sul continente europeo che in Boemia(Jan Huss) ed in
Germania(Martin Lutero)?
.
Già nel XIV secolo un professore di
Oxford, traduttore della Bibbia e, infine,predicatore itinerante, di nome
John Wylif, (2328- 84) era insorto e aveva dato voce a una
protesta, motivata dapprima in senso nazionale , ma poi fondata religiosamente
nella Bibbia, contro il papato in quanto istituzione dell’anticristo , contro la
gerarchia ostile alla Scrittura. Contro gli ordini mendicanti colmi di privilegi
papali , contro le consuetudini non bibliche , dalla venerazione dei santi e
delle immagini fino alla confessione auricolare e alle indulgenze . Wylif , con
la concezione della Chiesa come ‘’ comunità di predestinati ‘’un preriformatore
e , per molti aspetti, un calvinista prima di Calvino! In questo senso, la
legislazione ecclesiastica imposta da Enrico VII nel 1532-34 non fece che dare
voce a una tendenza tardomedioevale della Chiesa nazionale , portando però a
compimento la rottura dell’Inghilterra con Roma.
C'É ozioso chiedersi se questa rottura sarebbe stata
evitabile Che cosa sarebbe successo se il papa Clemente VII avesse sciolto il
matrimonio, non (canonico, contratto solo in virtù della dispensa pontificia e
destinato solo al re) di Enrico VIII ( 12609-47) con la spagnola Caterina
d’Aragona e approvato la sua unione con Anna Bolena?
Comunque Enrico, già destinato allo stato clericale, fino ad
allora non aveva manifestato tendenze antiromane. Al contrario, teologo laico
qual’era con uno scritto sui 7 sacramenti contro la "cattività babilonese
della chiesa" di Lutero egli si era saputo presentare come un apologeta
cattolico; per questo era stato ricompensato dal papa Leone X il con il titolo
di "difensore della fede" (defensor fidei).
Il papa Clemente VII
si trovava in una situazione precaria quando la pretesa di Enrico divenne di
dominio pubblico. Egli non vuole guastarsi né con il re inglese né con il potente
imperatore cattolico, di cui Caterina d’Aragona era zia. <egli tergiversa
così, a lungo con il re , in tutto ‘’ uomo del rinascimento ‘’ regnante di fatto
in maniera assolutistica, perde la pazienza e con un atto di forza costringe la
gerarchia inglese a riconoscerlo come capo supremo della Chiesa d’Inghilterra
(Church of England) , era il 531..Due anni più tardi Enrico ottiene
l’annullamento del suo matrimonio e sposa Anna Bolena nel, 2534, infine viene
riconosciuto formalmente ‘’ capo supremo sulla terra della Chiesa
d’Inghilterra’’.
Che Enrico già. 3 anni dopo invii al patibolo per alto
tradimento la sua seconda moglie, che. gli aveva partorito la principessa
Elisabetta, contragga altri 4 matrimoni, sopprima, tutti i conventi e renda la
corona proprietaria di tutti i beni degli ordini religiosi, è qui importante
solo in quanto dimostra che a Enrico VIII interessava soprattutto l’ampliamento
del potere , e non una Riforma della chiesa. Certamente la sua "Riforma" non
fu soltanto un caso di divorzio, come spesso è rappresentata da parte
cattolica.-
Essa però non fu neppure, come nella Germania protestante , un
movimento popolare, ma da principio soprattutto una decisione del parlamento
imposta dal re. Il bisogno di riforma fra il popolo inglese era meno diffuso
che sul continente: "a chiesa tardomedioevale non era un’istituzione corrotta
e repressiva, i cui abusi richiedevano riforme radicali".
La chiesa di
stato anglicana di Enrico VIII , infatti, non diventa , ad esempio, protestante,
sull’esempio tedesco, per quanto riguarda la dottrina e la costituzione, ma resta in larga misura cattolica.
Nonostante, alcuni impulsi evangelici, Enrico non pensa a favorire gli sforzi riformatori. Al contrario.
Con il "Bloody Act" del 1539, minaccia pene atroci per tutti coloro che si pronunciano contro la
validità del voto di castità, contro le messe private,la transustanziazione e
la confessione auricolare , in favore del matrimonio dei preti e del calice ai
laici. Enrico si era quindi accollato una rottura con Roma,ma non una rottura
con la tradizione della fede cattolico-romana. La differenza principale tra la
sua chiesa e la chiesa del papa consisteva in questo: la giurisdizione e
l’autorità. Un tempo romane, ora, erano pienamente nelle mani del re
e, rispettivamente, dell’arcivescovo di Canterbury.
un cattolicesimo riformato.
Soltanto sotto il,successore di Enrico, Edoardo VI (
1547-53), un ragazzo fragile,le cose dovevano cambiare. Infatti l’arcivescovo di
Canterbury., nominato ancora da Enrico, Thomas Cranmer, (corrispondente di
Calvino) poteva attuare quello che non era riuscito a nessun vescovo in
Germania, una riforma che conservasse la costituzione episcopale. Una riforma
della dottrina, della liturgia, e della disciplina -.senza tuttavia abbandono
delle strutture ministeriali tradizionali.
La realtà stessa attesta che
la posizione intermedia tra cattolicesimo e protestantesimo ha i suoi problemi ,
che si sono mantenuti fino al presente. Essi riguardano soprattutto i 2 campi
problematici della Chiesa di stato e della Chiesa episcopale.
cattolicesimo a e capitalismo ,
Max Weber
È sorprendente che una testa intelligente come il sociologo
della religione come Max Weber abbia visto nell’etica calvinistica uno dei più
importanti presupposti ideologici del tipicamente moderno pirito capitalistico”?
In opposizione a Karl Marx, Weber ha dimostrato che non soltanto i
rapporti economici determinano concezioni religiose, ma anche, viceversa,
condizioni religiose determinano sviluppi economici. Naturalmente neppure Weber
nega che molto prima della Riforma, ci siano state forme di paleocacapitalismo
in Italia, e anche a Ginevra, nel frattempo lo storico zurighese J.Bergier ha
potuto dimostrare che l’espansione economica di Ginevra era connessa anche
all’indipendenza politica della città dalla Savoia, raggiunta con la rivoluzione
del135 e l’appoggio assicurato da città svizzere riformate. Lo sviluppo di
Ginevra aveva inoltre a che fare con l’afflusso dalla Francia e dall’Italia di
rifugiati per motivi religiosi economicamente dinamici.” La chance per Ginevra
consistette nel fatto che la città ha attratto a sé dall’esterno i seguenti tre
fattori : capitale, manodopera qualificata e possibilità di smercio.; e tutto
ciò grazie al rifugio protestante, cioè a una circostanza che inizialmente non
aveva nulla a che fare con l’economia.”
La tesi di Weber deve venire perciò differenziata ,completata
e corretta sotto molti aspetti. Le componenti religiose ed extrareligiose si
intrecciano e si influenzano a vicenda. Weber è però meno interessato alla
presenza di possibilità capitalistiche che al "nuovo spirito", al nuovo
habitus, al nuovo stile di vita, a queste forme economiche capitalistiche.
E nella formazione della coscienza a ciò necessaria, nella nuova mentalità e
normatività collettiva la propensione calvinistica dell’attivismo morale ed
economico ha indubbiamente un ruolo importante
Naturalmente la dottrina della Riforma poteva venire intesa
anche in altro modo, e certamente nell’area cattolico-tridentina ci furono
sviluppi paralleli. Nel complesso però è incontestabile la differenza rispetto
ai paesi di impronta cattolica.: mentre la morale cattolica si concentra (
prevalentemente ) sulle singole azioni (nell’azione peccaminosa) sulla
liberazione mediante il sacramento della penitenza, la dottrina calvinistica
dell’elezione richiede agli eletti la "sistematica santità" etica dell’intera condotta della loro vita.
E mentre le opinioni economiche di Lutero
erano condizionate dalle poco sviluppate condizioni rurali della Germania e
dalla lotta tra contadini e nobili, quelle di Calvino erano dalla progredita
società ed economia urbana.. nel medioevo ricchi commercianti, col denaro
guadagnato molto speso in cattiva coscienza, hanno finito per concorrere agli
scopi caritativi della Chiesa. L’uomo d’affari calvinista può invece compiere in
buona coscienza i suoi commerci lucrativi nella fiducia della propria elezione,
in maniera certamente disciplinata ma "puritana", senza sprechi.
Su questo punto Calvino era interamente una persona pratica. In particolare nei suoi
scritti spirituali e omiletici lo si può conoscere come uomo dichiaratamente
favorevole al mondo, realistico e pratico. Così egli accetta la proprietà
privata, la produttività del capitale e del lavoro umano e perciò anche un
tasso di interesse variabile, che non condanna, come Lutero(in questo ancora
medioevale) in quanto usura.
Ciò però non impedisce affatto a Calvino ,
antifeudale e anticlericale quale era, di criticare aspramente lo sfarzo dei
principi ecclesiastici del suo tempo, e anche il capitale "moto" di una
casta nobiliare che non vuole lavorare. Calvino attua in piena coscienza una
trasvalutazione e valorizzazione spirituale del lavoro: viene esaltato il lavoro
corporale. Esso, lungi dal disonorare l’uomo, lo onora – appunto in vista del
più grande onore di Dio. Nessuna meraviglia che Calvino trovi seguaci proprio
fra artigiani e commercianti, che accelereranno lo sviluppo del capitalismo
moderno. Mentre la gerarchia sta per lo più c dalla parte della nobiltà e
dell’ordine stabilito.
Il calvinismo era piuttosto dalla parte delle forze economiche, politiche, anche scientifiche,
alle quali doveva appartenere il futuro.
Mentre anche Lutero rifiuta il modello cosmologico di
Copernico in quanto in contrasto con la Bibbia. Calvino si libera di una tale
concezione letteralistica della Bibbia: vero argomento della Bibbia è la
salvezza e non l’ordine cosmico. E il suo messaggio verrebbe ora annunciato in
linguaggio adeguato agli uomini.
È un’etica sotto alcuni aspetti moderna
quella che rappresentano Calvino e , al suo seguito, il puritanesimo, il
pietismo, il metodismo, la quale tuttavia cela in sé un doppio pericolo: o
bollare come ‘’ non eletti ‘’ tutti coloro che non si rivelano fortunati nella
vita del mondo e della professione , e considerare sé stessi come la classe
degli eletti - oppure, come nel XVII secolo, dissolvere completamente
nell’impegno puramente mondano e secolarizzare la motivazione religiosa. a fede
evangelica, la coscienza dell’elezione e l’idea di professione vengono allora,
in maniera per nulla teologica , travasati in un’idea puramente secolare del
profitto. Così è spesso accaduto, la rigorosa dottrina calvinistica della
doppia elezione verrà in seguito gettata a mare persino da molti calvinisti
(così in Olanda da Jacobus Arminius e dai suoi numerosi seguaci).
Ma che cosa conta ciò rispetto al fatto storico che proprio i paesi influenzati dal
calvinismo, come l’Olanda, l’Inghilterra e la francia (e non, ad esempio, il
paese di lutero, nel quale il calvinismo si era potuto imporre soltanto ne
Palatinato e nella Bassa Renania), nel seguente XVII secolo dovessero
trasformarsi nei paesi civilizzati di più elevato sviluppo?
Ricchezza e benessere dovevano in seguito, nel Nordamerica, venire considerati addirittura
come segni di elezione divina. Le differenze economico-sociali tra Europa del
Nord e del Sud , Irlanda del Nord e del Sud, America del Nord e del Sud hanno in
ogni caso a che fare anche con le differenze religiose. Certamente in questi
contesti per calvinismo non si intendeva una specifica etica economica , bensì
una concezione etica di fondo giustificata teologicamente , che in un secondo
momento può condizionare anche la condotta economica della vita e che tr a il
XVI e il XVIII secolo doveva diffondersi , ingenerale , nel “ protestantesimo
ascetico’’.
Oliver Cromwell
2a L’opzione del dominio presbiteriano-puritano nel senso di
Ginevra
Con una rivoluzione contro l’assolutismo degli Stuart e la chiesa di
stato inglese si giunse a una Riforma radicale della chiesa inglese secondo il
modello della chiesa presbiteriana di Scozia(John Knox).
Principali
promotori furono quei radicali che per lo più possedevano Una teologia
calvinistico-presbiteriana e si denominavano puritani, indipendenti o congregazionisti.
Essi respingevano qualsiasi forma di chiesa di Stato e patrocinavano la libertà religiosa.
Per essi contavano soltanto le comunità ("congregation") autonome (indipendenti dallo stato).
Queste avevano per principio pari diritti; in esse non c’è distinzione fra ecclesiastici e laici;
la direzione è in mano degli anziani(presbiteri) e pastori eletti dalla comunità.
Tutti i cristiani, secondo il Nuovo Testamento, sono "i santi",
e nella loro assemblea comunitaria, possono parlare, come viene ad essi
ispirato dallo Spirito, senza preghiere o professioni di fede prescritte.
Questo congrezionalismo, che in Inghilterra esisteva già da tempo in quei
circoli che coltivavano una spiritualità entusiastico-puritana, diventa
certamente una forza politica determinante quando il generale della guerra
civile Oliver Cromwell (1599-1658)intraprende una rivoluzione contro lo Stato e
la Chiesa di Stato. Nel 1652 riesce a riunire un esercito di indipendenti,
mosso da una religiosità. Entusiasta e però disciplinato in maniera puritana. Le
imprese militari lo confermano nella fede calvinistica dell’elezione divina:
l’esercito del parlamento aderisce alla sua causa. Cromwell riesce persino ad
occupare Londra, a catturare il re, e a "purificare" con la forza delle
armi il parlamento dei membri fedeli al re, nel 1648, l’anno sul "continente"
della "Pace di Westfalia"! Un anno più tardi il re Carlo I, figlio di
Giacomo I, sale sul patibolo ( 150 anni prima della Rivoluzione Francese!).
Poco dopo vengono aboliti il regno e la casa regnante, L’Inghilterra è una repubblica.
Ma il parlamento dei santi del 1563, convocato da Cromwell
e nominato da comunità indipendenti, si compone di indipendenti che agiscono e
parlano in maniera del tutto fanatica. Esso è totalmente inattivo, così che alla
fine viene dissolto da Cromwell in persona. Ancora una volta si è tentato ,nella
storia d’Europa, di edificare l’intero sistema sociale su una base puramente
religiosa e di realizzare la quadratura del cerchio: una specie di teocrazia su
fondamento parlamentare, un pendant parlamentare alla chiesa di stato.
Ciò non poteva funzionare a lungo. E di fatto la fine della repubblica protestante arriva presto.
IL BUDDHA
Religione e filosofia non sono mai scisse e rese indipendenti l’una dall’altra.-
Il buhddismo ebbe la sua origine in quel
fere intellettuale che agitò l’ lndia intorno al VI e V secolo a.C. e fu una
nuova risposta alla domanda come possa l’uomo porre un arresto al flusso della
vita che per la sua instabilità è dolore , e conseguire uno stato nirvanico.
Questa corrente si denomina buhddismo dall’epiteto attribuito al
fondatore:il Budha <("lo svegliato"). Questi, secondo la tradizione , si
chiamava Siddartha,dal nome del clan vien detto altresì Sakyamuni, l’asceta
della famiglia Sakya. Nacque a Kamplilavastu nel Tarai e si spense Kusinigara
nel 478 a.C. A Banaras predicò ai primi discepoli.
Che Sakyamuni sia un personaggio storico non pare possa digitarsi, ma è altrettanto certo che nella
sua biografia sono concorsi, con l’andar del tempo, molti elementi leggendari,
echi e risonanze ed aspettazioni del mondo religioso che intorno ai fedeli
contemporanei od a lui posteriori si agitava. L’età della sua morte, della sua
definitiva entrata nel nirvana, sembra debba fissarsi intorno al 478 a.C.
Egli non scrisse nulla, ma molto insegnò: i suoi discorsi vennero raccolti
e tramandati dai discepoli. Questa trasmissione orale ha naturalmente grandi
svantaggi: è soggetta a reticenze, aggiunte e manipolazioni che non c’è modo di
controllare. Tanto più che dissensi e ostilità contro il maestro non mancarono
neppure quando egli era vivente e più accesi si fecero subito dopo la sua morte.
Come accade nei riguardi di tutti i grandi fondatori di religioni, la sua parola
produceva diverse risonanze a seconda che fosse diretta ai discepoli veri e
propri ai Franana e ai Chilsu, a coloro che avevano scelto di seguire il suo
esempio e distaccarsi dal mondo, o piuttosto ai devoti laici, fascinati dalla
sua personalità . Le regole e le rinunce e le osservanze prescritte per i
discepoli e confratelli erano più rigide che non quelle richieste ai laici. I
quali affluivano verso il Buddha fiduciosi non soltanto perché egli appariva un
uomo santo e come tale più che mai degno di quella simpatia e devozione con cui
in India sono salutati tutti coloro che si reputano partecipi o depositari della
Verità , ma anche perché né essoterismi né privilegi di casta mettevano fra i
seguaci nessuna barriera.
Fin dagli inizi erano presenti dunque le
condizioni che dovevano condurre alle due diverse interpretazioni del buddismo ,
la larga e la ristretta , il buddismo del Grande Veicolo, e quello del Piccolo
Veicolo , quello laico e quello monacale, il Mahaiana e lo Hinayana.
quest’ultimo si arrogava di essere il custode e l’interprete fedele della parola
del maestro., Ma quali erano poi questi insegnamenti? Fra tutti quelli che a
lui si attribuivano quali erano confortati dal buonsenso comune e
universalmente riconosciuti come autentici? Certe opinioni che si facevano
strada riproducevano veramente la sua parola, o rappresentavano idee eterodosse?
Questi problemi si posero subito dopo la scomparsa del maestro. Si sentì
pertanto la necessità di indire dei concili per risolvere questi punti
controversi. Tre concili dice la tradizione: nel secondo, quello di Vaisali,
sarebbe avvenuto il primo scisma fra gli antichi (shtavira) ed i seguaci della
grande comunità (mahasamghika).
Sul numero, sulle vicende de e sulle
presunte cronache di codesti concili si può discutere: che concili però si
tennero e che questi dovessero condurre ad una modificazione della parola del
maestro è avvenimento ovvio, non proprio solo buddismo, ma tanto frequente in
tutte le religioni che non c’è motivo per metterlo in discussione.
IL BUDDHISMO INDIANO
Come per tutte le religioni antiche , le origini del
buddismo ci appaiono solo attraverso la bruma ,dorata ma fitta, della leggenda.
Si è d’accordo nel farle risalire alla seconda metà del VI secolo a.C., epoca in
cui un saggio indiano , che conduceva una vita di vagabondaggio , nella zona del
bacino medio del Gange si sarebbe svegliato (questo è, infatti il significato
preciso parola buddha) alla realtà profonda , celata sotto l’apparenza semplice
e ingannevole dei fenomeni .
a) teosofia e buddismo
verso la fine del
secolo XIX e gli inizi del XX ,un numero ancora esiguo ,ma crescente di
occidentali comincia a rivolgersi al buddismo , non più soltanto per curiosità o
interesse scientifico , ma con l’esigenza di fondare ‘’ un nuovo ‘’ orientamento
esistenziale‘’. I motivi di questi cambiamento sono molteplici:
1) la
rivoluzione industriale,
2) l’emersione delle varie identità
etnico-linguistiche nazionali,
3) i crescenti contatti con culture ‘’
diverse ‘’ ,
4) le conseguenze degli imperialismi coloniali,
5) le
varie correnti legate al concetto di evoluzione,
6) il mito ottimistico del
progresso,
7) lo sviluppo scientifico,
8) la questione sociale,
Tutte queste profonde trasformazioni storiche ed ideologiche avevano
messo seriamente in crisi i tradizionali capisaldi della religione cristiana,,
che si vedeva continuamente costretta a revisionare le proprie concezioni in
conformità con le nuove acquisizioni delle scienze naturali e nel contempo a
sostenere la sfida delle più recenti filosofie secondo cui l’esistenza dell’uomo
può fondarsi efficacemente su valori che non hanno più bisogno della religione
(intesa come fase superata dallo sviluppo storico dell’umanità) ,.
E
mentre le chiese cristiane si dibattevano davanti al problema di adeguarsi ai
tempi , un numero crescente di occidentali colti si orientava verso nuove
prospettive – ‘per lo più di stampo positivistico –ispirate in genere a un
ideale umanitarismo in cui la scienza si sostituiva non solo alla religione , ma
anche alla stessa filosofia.
Altri si sentivano però maggiormente attratti
dalla ricerca di una, si fa per dire, "scienza dell’interiorità" capace di
promuovere uno sviluppo della spiritualità senza per questo dover rinunciare
alle nuove acquisizioni ideologiche dell’epoca (evoluzionismo, sperimentalismo
scientifico, libertà da credenze metafisiche, critica ai dogmi, e agli esteriori
spiritualismi delle varie tradizioni religiose).
Di qui nascono i nuovi
indirizzi di religiosità esoterica(teosofia, antroposofia etc) per i quali il
progresso dell’umanità nella riscoperta e coltivazione di quella empirica
"scienza occulta" che costituisce l’essenza pura di ogni religione storica ,
una volta che siano stati rimossi tutti gli orpelli della superstizione e del
ritualismo. E di qui l’interresse occidentale per il buddismo ( soprattutto
nella scarna forma del "theravada") di cui all’epoca venivano accentuati
gli aspetti più "scientifici" e razionali a discapito di quelli più
devozionali , liturgici e metafisici: esso diventa così, agli occhi degli
occidentali, una religione che - concentrandosi primariamente su un intento
soteriologico - ‘poteva senza danno fare a meno di ritualismi, rigide credenze
dogmatiche. Speculazioni metafisiche e persino della credenza in Dio o in
un’anima eterna. Offrendo però nel contempo una via pratica alla liberazione
interiore. Che il cristianesimo aveva riservato ai contemplativi. Appariva a
molti sempre più evidente che l’atteggiamento razionale, empirico e
sperimentale, la teoria dell’evoluzionismo e persino l’ateismo- tutti aspetti
della cultura europea che mettevano seriamente in la crisi la tradizionale
visione cristiana - trovavano un proficuo terreno d’incontro con certi tratti
salienti del buddismo, così come veniva presentato nell’ottica dell’epoca: una
soteriologia priva di rigidi assiomi metafisici, basata essenzialmente su una
razionale analisi diagnostica della sofferenza umana e sulla sua "cura"
tramite una trasformazione radicale della coscienza; un metodo che mon
richiede fede in qualche incomprensibile dogma, ma vigile e costante
applicazione di tecniche meditative verificabili su sé stessi attraverso una
raffinata forma di "empiria" interiore.
Molti restarono favorevolmente colpiti quando lessero dalle traduzioni degli antichi testi canonici in pali che
il Buddha esortava spesso i discepoli a mettere in dubbio ogni cosa - persino
le sue parole – e a non accettare alcunché senza prima averlo verificato attraverso la propria esperienza.
Il buddismo "scientifico" si trasformò in un interlocutore privilegiato per l’occidentale che colto che
rifiutava "l’irrazionalismo" delle religioni positive, pur desiderando un’esperienza del sacro.
Uno dei fattori che, alla fine del secolo scorso e agli inizi del Novecento, più favorirono
l’incontro fra l’Occidente e spiritualità buddista fu la mediazione – ibrida e confusionaria, ma efficace -
della "società teosofica", fondata da Henry Steel Olcott ed Elena Petrova
Blavatsky in America nel 1875 e diffusasi ben presto anche in Europa ed Asia,
secondo la concezione teosofica, esista una "dottrina segreta",
una "occulta filosofia" eterna sempre uguale a sé stessa, celata nel cuore
di tutte le religioni storiche, al di là delle differenze superficiali.
Tale dottrina, che si identifica con la "scienza dell’interiorità", risulta più
o meno offuscata dalle concezioni esteriori che condizionano le varie religioni
positive, soprattutto in Occidente.
In Asia, però, sarebbero esisti Maestri, Adepti, Saggi e Mahatma capaci di trasmettere – a chi sia degno- l’intero
insegnamento segreto in tutta la sua purezza. Il Buddha veniva considerato dai
teosofi soltanto "uno" di questi maestri dell’umanità, che periodicamente
riconducono la scienza occulta alla sua incontaminata forma originaria, liberandola dall’inessenziale .
Ben presto, però, il buddhismo cominciò ad assumere particolare importanza per la teosofia,
soprattutto dopo che la Società – nel 1878 - trasferì la propria sede centrale da New York ad Adhiar
(India) intrecciando strette relazioni con il buddhismo di Ceylon .
Erano quegli anni in cui il grande successo editoriale di ‘the light of Asia
(1879)---- un’esposizione della vita e della dottrina di Buddha composta in
versi dall’inglese sir Edwin Arnold --- cominciava a galvanizzare presso il
grande pubblico dei lettori anglosassoni l’interesse per il buddhismo.
Qualche anno dopo, "Exoteric buddhism" (1883) di A.P.Sinnet, con il suo confusionario esoterismo,
riscuoterà un discreto successo, contribuendo a mantenere viva l‘attenzione per questa religione da parte
di persone che fino a poco tempo prima non ne sapevano nulla.
IL MONDO ISLAMICO OGGI
Non è privo di senso il fatto che il richiamo ala penisola
ardente, culla della religione islamica e prima finte dell’alimento per la
cultura inaugurata dall’Islam, sia sempre servito da punto di partenza per gli
storici di questa religione e ai biografi di Maometto.
C’è in questo, infatti, un unanime riconoscimento di quel che l’islam primitivo deve alla sua terra di origine.
Maometto, figlio di della terra da lui amata e di quel popolo arabo
alla cui promozione avrebbe consacrato l’intera esistenza, non ha rotto con la
tradizione degli antenati, neppure instaurando il monoteismo, dal momento che
egli sostiene di essersi limitato a restaurare la tradizione di Abramo,
corrotta per ignoranza dalla Jailiya , quel’oscuro Medioevo che l’Arabuia
centrale conobbe dopo l’introduzione del culto degli idoli, duplicato di quello
delle pietre, nel III secolo, ad opera del famoso riformatore ‘Amr b. Lubavy,
fino all’avvento dell’islam, con Amr b. Lubavy, quello che cerca di
sopravvivere è il paganesimo agonizzante delle città ellenistiche della
Transgiordania, di Petra, di Palmiram Ierapoli in Siria. Fa la sua apparizione
l’arte della statuaria, non documentata in precedenza nel Higyaz: fu allora
che Hubal, un’antica divinità della Mecca, assunse la forma di una statua
riportata da Amr b. Lubavy in Transgiordania, un centro termale presso il quale era stato a curarsi.
Maometto imposterà la sua iniziativa e centrerà la
sua predicazione in questa prospettiva di restaurazione dell’antico ordine,
sconvolto in una fase intermedia. Durante anni di meditazione egli acquista
coscienza crescente della degenerazione del suo popolo e cerca di ricondurlo sulla "retta via".
Ma le difficoltà si vanno accumulando. Un sistema sociale,
impiantato saldamente su delle fiorenti finanze, gli opporrà il più completo
disprezzo. In questo, probabilmente, consistete la prima fortuna dell’islam, che
evitò di venir soffocato sul nascere grazie all’indifferenza dell’oligarchia
della Mecca. E, in effetti, è impensabile che il nipote di Abd al.- MUTTALIB
POTESSE MINACCCIARE UN ORDINE SOCIALE E RELIGIOSO CHE I SUOI ANTENATI , DA
QUSAVY AL NONNO, AVEVANO FATTO DI TUTTO PER CONSOLIDARE,.
1.
Il contesto storico e religioso
2. All’inizio del VII secolo, l’Arabia centrale era l’unica zona del Vivino Oriente
che sfuggisse alla dominazione dei 2 giganti di allora, l’impero bizantino e l’impero sassanide.
L'Arabia centrale corrispondeva pressappoco all’attuale Arabia Saudita, immenso territorio sul quale spaziavano nomadi,
in regime tribale basato su confederazioni di tribù, con alleanze tradizionali e costumi ancestrali.
Ciò rendeva possibile la coabitazione di parecchie tribù e frazioni di tribù e
regolava la transumanza lungo un vasto territorio.
Se nel corso delle varie epoche si sono creati dei punti di
sosta vicino a pozzi, sorgenti o qualche grande acacia la cui vasta ombra
invitava i carovanieri a ad arrestarsi
Concludendo, l’Islam è una delle forme più pure di monoteismo >profetico mai apparso al mondo, più puro del cristianesimo che conserva elementi gnostico-pagani, più puro dell’ebraismo che è pur sempre una religione razziale. L’Islam si configura come una sintesi dei monoteismi esistenti , particolarmente genuino e incorrotto nel suo monoteismo.
Va ribadito che l’Islam è una religione di legge e quindi ha molte somiglianze col cristianesimo ma anche molte diversità; sia il primo che il secondo hanno in comune l’Antico Testamento, che però è inteso in maniera diversa.
Così, per l’islam il peccato di Lucifero (Iblis) non sta in una generica ribellione a Dio, ma nel rifiuto "giuridico" di prosternarsi davanti ad Adamo. Il peccato originale non esiste.
Perché Dio perdona Adamo(Corano XX 22)) e gli manda la Rivelazione,, così chje Adamo è anche il primo Profeta (Corano 37, 38). Abramo è sì il primo monoteista, ma anche colui che unisce "gli uccelli spezzati" e così per gli altri profeti.
Ultima nata tra le grandi religioni monoteiste l'islamismo , partendo dall'originaria penisola arabica, si è diffuso in un'area vastissima; e oggi conta quasi un miliardo di fedeli sparsi in tutto il mondo.
Spesso tacciata di ostinato immobilismo, in realtà questa dottrina religiosa ha conosciuto una storia complessa da cui sono derivate divisioni, trasformazioni e innovativi fermenti culturali .
Un mastro della meditazione penetrativa (Joseph Goldstein) disse "è semplice matematica : tutti i sistemi di meditazione mirano all’Uno ed allo Zero – all’unione con Dio e al vuoto. Il cammino a Dio passa attraverso la concentrazione su di Lui, quello allo Zero è la penetrazione nella vacuità della propria mente".
Nessuna meditazione è completa in sé e neppure tutte insieme riescono a ogni sfaccettatura dell’esperienza che un meditatore può fare. Ognuno di noi ha la sua strada personale da seguire, anche se per alcuni periodi possiamo percorrere sentieri già battuti.
Ognuno di noi è un esploratore del territorio mentale.
Nel mondo colto c’è un’esplosione di interesse per la meditazione, a cui nessuno aveva assistito prima. Molta parte delle tradizioni originali meditative sono in Asia. Orientale., ricche di un armamentario di tecniche, scuole, tradizioni. Scopriamo così improvvisamente termini strani di che parlano di stati della coscienza e di stati esotici dell’essere – ‘’ samadhi ‘’ e ‘ satoobodhisattva ‘’ e ‘’ tulku
Disse un maestro tibetano "il Buddismo arriverà in Occidente come una nuova psicologia".
A dispetto degli aspetti pratici, il contesto genuino della meditazione resta la vita spirituale. Portati al culmine, gli stati di coscienza descritti nelle fonti classiche possono proiettarci al di fuori della ristretta visuale del quotidiano, e trasformare la nostra normale consapevolezza. Tali stati trascendentali appaiono come i semi della vita spirituale, e sono stati sperimentati dai fondatori e dai primi seguaci di ogni religione mondiale. L’ascesa di Mosè sul monte Sinai per ricevere i Dieci Comandamenti, i 40 giorni di digiuno nel deserto di Gesù, la visione nel deserto di Hallah e l’illuminazione del Buddha sotto l’albero di Fico sono tutti segni rivelatori di stati di coscienza fuori dal comune.
È anche vero che spesso istituzioni religiose e teologiche sopravvivono alla trasmissione degli stati originali trascendentali che le avevano generate. Senza queste esperienze vitali, i fondamenti delle religioni diventano senza scopo, e le loro teologie si rivelano vuote. La crisi attuale delle religioni istituite (è opinione diffusa) deriva proprio dal fatto che pochi sperimentano personalmente questi stati trascendentali (lo spirito vitale che è il fulcro di comune a tutte le religioni).
E quello spirito appiana la diversità delle forme di meditazione.
Secondo le parole di un antico detto zen "dai tempi dei tempi non ci sono mai stati due cammini. Quelli che sono arrivati hanno tutti camminato lungo la stessa strada".
Dice uno Zenrin giapponese:
"se desideri conoscere la strada che sale verso la montagna, devi chiederla a un uomo che va avanti e indietro".
Meditazione/concentrazione/assorbimento totale/immersione totale/grado di immersione/cammino della penetrazione,
Come meditare
Se vogliamo provare a meditare, elenco alcune semplici regole pratiche: si possono provare tutte, ma se si vogliamo continuare a meditare, la cosa migliore è fermarci su quella che si trova più adatta a noi.
Troviamo una sedia confortevole , con lo schienale diritto , in una stanza tranquilla dove non saremo disturbati .
Sediamoci diritti ma rilassati.
Manteniamo in linea la testa, collo e spina dorsale, come un grande pallone gonfio d’elio appeso sulla nostra testa.
Manteniamo la testa eretta:aiutiamo la nostra mente a restare più vigile e l’attenzione è essenziale nella meditazione.
Chiudiamo gli occhi e teniamoli chiusi fino a che la sessione non è conclusa.
È meglio sedere per almeno 15 minuti alla volta, preferibilmente di più – 20 o 30 minuti, o anche un’ora se è possibile.
Dobbiamo decidere quanto progettiamo di stare seduti prima di cominciare. In questo modo non cediamo tanto facilmente alla tentazione di alzarci per fare qualcosa di "urgente e più utile".
A più riprese si presenteranno stimoli a interrompere la meditazione, e dobbiamo resistere.
Guardiamo guardare un timer o sbirciare l’orologio di tanto in tanto per vedere se la sessione è conclusa.
Meditazione sul respiro
Uno dei metodi più semplici è la meditazione sul respiro Questa pratica alimenta sia la concentrazione sia la consapevolezza. Benché fosse il metodo che secondo la leggenda condusse il Budha All’illuminazione, ha anche trovato un uso più mondano nella psicoterapia e nella medicina comportamentale come tecnica per rilassarsi profondamente.
Per cominciare , portare la nostra consapevolezza sul nostro respiro , notando ogni inalazione ed esalazione. Possiamo osservare il respiro sia sentendo le sensazioni alle narici , sia notando l’alzarsi e l’abbassarsi del ventre mentre respiriamo
Cerchiamo di essere consapevoli di ogni respiro per la intera durata : l’intera respirazione .
Non cerchiamo di controllare il respiro, osserviamolo soltanto. Se il nostro respiro diventa più leggero, lasciamolo più leggero. Se diviene più veloce o più lento, assecondiamolo. Il respiro si regola da sé. Mentre meditiamo il nostro lavoro è semplicemente di esserne consci.
Ogni volta che la nostra mente è distratta, riportiamola gentilmente sul nostro respiro. Durante la meditazione, il nostro patto con noi stessi è che ogni altra cosa al di là del nostro respiro (pensieri, progetti, ricordi, suoni, sensazioni) è distrazione.
Se abbiamo problemi a trattenere la mente, possiamo aiutarci a mantenere la concentrazione ripetendo una parola ad ogni inalazione ed esalazione. Se stiamo osservando il respiro a livello delle narici, pensiamo ‘’ dentro ‘’ con ogni inalazione, e ‘’ fuori ‘’ con ogni inalazione. Se stiamo osservando l’innalzarsi e l’abbassarsi del nostro ventre, pensiamo di ‘’ salire ‘’ con ogni inalazione, e ‘’ scendere‘’ con ogni inalazione. Assicuriamoci di restare in contatto con l’esperienza reale della respirazione , non semplicemente con la ripetizione delle parole.
Respirazione cosciente
Per coltivare la consapevolezza, cominciamo con la meditazione semplice sul respiro come sopra descritto. Una volta ottenuto un dominio abbastanza solido nella meditazione sul respiro, posiamo espandere la pratica in una consapevolezza più generale(una meditazione sulla mente stessa). Nella meditazione consapevole ogni cosa che viene nella nostra mente diviene l’oggetto della meditazione.
Usiamo ancora il respiro come oggetto base nella meditazione. Ma ora, ogni volta che la mente vaga, dobbiamo essere consci del suo vagare. In altre parole, usiamo le nostre distrazioni come oggetti di meditazione.
Per esempio, se la nostra mente vaga verso un suono che udiamo, cataloghiamo questa distrazione come ‘’ udire ‘.
Se la mente vaga verso un pensiero, chiamiamola ‘’ pensare ‘’; se verso un ricordo cataloghiamola ‘’ ricordarsi ‘’’, , se verso una sensazione del corpo , chiamiamola ‘’ sentire ‘’.
Ogni volta che abbiamo catalogato la distrazione, riportiamo
ancora una volta la mente al respiro.
Mangiare consapevolmente
Con la consapevolezza, ogni attività può essere meditativa se prestiamo piena ed accurata attenzione a ciò che stiamo facendo. Prendiamo per esempio il mangiare. Il metodo del mangiare consapevole è di prestare piena e accurata attenzione a ogni aspetto dell’esperienza.
Cominciamo sedendoci in silenzio e portando la nostra attenzione al nostro respiro, osservandone l’andamento . Quando ci sentiamo raccolti e silenziosi, cominciamo a mangiare.
È d’aiuto mangiare molto lentamente., frazionando ogni movimento in modo da potersi dedicare a ogni sfumatura di sensazione. , suono, gusto, movimento. Per esempio, per allungare la mano per un pezzo di cibo , facciamolo a velocità tale da poter nota re l’allungamento e la tensione dei muscoli del nostro braccio e della mano e la sensazione del cibo o della forchetta contro la nostra pelle. Evitiamo la tendenza a continuare ‘’ automaticamente ‘’ ad allungarci verso il boccione successivo prima di avere finito con quello che abbiamo in bocca.
Camminare consapevolmente
Togliamoci le scarpe. Stiamo in piedi a lungo e sentiamo le sensazioni dei nostri piedi che toccano il terreno. Tratteniamo ogni sensazione che ci si presenta. Quando stiamo per fare un passo in avanti, notiamo la nostra intenzione di farlo. Solleviamo lentamente un piede notando ogni sensazione (leggerezza, sospensione, tensione, movimento) qualunque essa sia.
La cosa migliore è cominciare con un’andatura lenta, così da potere prestare attenzione alle sensazioni. Alla fine, saremo in grado di andare più veloci e di mantenere però la consapevolezza. Muoviamo il piede avanti poniamolo di nuovo sul terreno e spostiamoci sopra il nostro peso. per tutto il tempo restiamo consci delle sensazioni di questo movimento. Quando sorgono pensieri, non interessiamoci al loro contenuto. Riportiamo la mente alle sensazioni dei piedi e restiamo con questa semplice esperienza di camminare. Continuiamo a farlo finché possiamo, da 5 minuti a mezz’ora o più.
Per prima cosa, per tenere la mente concentrata aiuta
catalogare l’azione. Per esempio, possiamo dire in silenzio "su – avanti - giù",
notando la sensazione di peso che si sposta da un piede all’altro.
In seguito possiamo sempre semplificare il processo eliminando le parole e
concentrarci solo sulla sensazione.
Effetti della meditazione sul cervello
Ciò che attrae le masse, nella meditazione, è la promessa di farli rilassare di più e per più tempo. Alcuni membri della società, che solitamente vivono sotto pressione, non sono sicuri che il rilassamento sia una buna cosa. Nella Scuola Medica di Harward Herbert Benson sollecitò (sull’Haward Business Review) le aziende a concedere agli impiegati il tempo per una pausa di meditazione, ci fu una montagna di lettere di protesta in cui s’inscriveva che lo stress e la tensione erano essenziali per un buon rendimento professionale. Fortunatamente la meditazione non trasforma in zombie. Gli esperti di meditazione appaiono come le persone più vitali che incontriamo: il motivo sta nella ricerca degli effetti della meditazione sul cervello.
La meditazione allena la capacità di attenzione, mettendo al riparo da altri modi di rilassamento, la maggior parte dei quali fa vagare la mente come vuole.
L’affidamento dell’attenzione dura al di là della sezione di
meditazione stessa: si mostra in una varietà di modi nel resto della giornata
del meditatore. Si è scoperto che la meditazione, per esempio, aumenta la
capacità di raccogliere sottili segnali percettivi nell’ambiente,e di prestare
attenzione a ciò che succede piuttosto che lasciare la mente vagare altrove. Ciò
significa che nella conversazione con un’altra persona, il meditatore sarà più
empatico, poiché egli può prestare un’attenzione più intensa a ciò che l’altra
persona sta facendo o dicendo, e può raccogliere meglio i messaggi nascosti che
l’altro sta inviando.