Alla sera tonda di luna
Poesia di Francesco Caporale (Ciccio il Bruzio)
Dopo tanto peregrinare ,
Il legno s’adagiò
Sulla riva di sassi e rena;
Cigolò
Il fasciame, sotto il suo peso,e
L’unica sua vela ebbe un ultimo sussulto.
Sembrava
Un enorme animale marino
Asceso dalle profondità dell’acque,
Con i grandi occhi lenticulari, e
L’inerme albero piegato
Senz’ansia di vita e senza tormento.
Il mare,
Verde rosato della prim’alba
Sciabordava spumeggiando e commosso
Carezzava
Quel corpo,ormai, senza sogno ed
Umido dell’ultime lacrime.
Dalle chiome
Libere e fluenti al vento
Con l’ardita prora a dominio dell’onde,
Dal tepore dei raggi
Che avvolgevano il levigato corpo,teso
Ad osservare il grande orizzonte e chiuso,
Alla corrugata fronte
Che inclina il capo
Alla sera, tonda di luna.
Scende,
Notturno l’oblio
Con innumerabili stelle:
E sono miriadi di argentee pupille
D’un eterno nascere e morire
D’astri notturni