Terra bruzia

Poesia di Francesco Caporale (Ciccio il Bruzio)




Sotto
Il celeste del cielo,
L’azzurro plasmava la sua anima sul mare:

Splendeva l’argento
Sulle foglie d’ulivo e
La luce indugiava su levigate pietre di fiumare:

La terra bruzia
Cinta tra i due mari,
Lieta, offriva, degli antichi fasti, gli ultimi respiri;

Negli archi,
Nelle colonne mozze e nei teatri,
Nelle scene incise nell’anfore e nei vasi, ma d’essenze vuoti.

Ero affascinato,
Da queste mura che rimandavano echi ed echi
Con lo spirito avido di conoscenza e reso muto:

Ed ecco Omero, carco d’anni e pensoso,
Che sotto il grande sasso eroso,
Solitario s’aggira, con il volto teso,

Trepido ascoltando
L’impari lotta, dell’astuto Ulisse, il forte duce
Che contro le sirene ammaliatrici, legato, faceva gran voce.

Là,
Sulla sassosa riva,
Tra il mutar dell’ombre,

Quando il sole,
All’orizzonte, s’asconde dentro il mare
E sull’onde lingue rosse, di fuoco, vibrano ignare,

Là, con occhi
Colmi di stupore
Sotto il cielo ebbro di stelle, m’era dolce il sognare.

 

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