Saggi filosofici diversi
di Francesco Caporale (Ciccio il Bruzio)
gen.b.(ris) Francesco Caporale: Da un argomento all’altro una serie di saggi per animare il dialogo fuori dalle gabbie delle abitudini che addormentano la mente.
Quando la creta prende forma e quando la parola diventa poesia entra in gioco quello che è la fonte della contemplazione e così ci avviciniamo al linguaggio dell’arte
Ancora sulla filosofia presocratica. In quasi tutte le civiltà troviamo un insegnamento religioso e cosmologico e delle scuole che hanno il compito di trasmettere una teoria consolidata e di preservarla pura e immutata per le generazioni future. Una scuola di questo non accetta idee nuove che possono produrre possibili scismi;in queste scuole non vi possono essere discussioni razionali,la dottrina viene difesa con asserzioni, dogmi, condanne piuttosto che col ragionamento.
La storia di un mutamento coincide sempre con un dibattito critico o con una discussione razionale e Talete di Mileto fu il primo ad introdurre nella sua scuola questo atteggiamento speculativo nei suoi allievi incoraggiandoli all’attitudine critica. La tradizione razionalista rappresenta l’unica via praticabile per la conoscenza che è congetturale ed ipotetica. Nello sviluppo della scienza le osservazioni e gli esperimenti svolgono il ruolo di argomenti critici.
Mito ed irrazionale: dalla religione omerica dell’Iliade.
Agamennone porta via la concubina ad Achille allora che fu costretto a restituire la sua a Crise sacerdote d’Apollo,ma per questo, Agamennone non si sentiva in colpa in quanto questa era attribuita ad una infatuazione divina di Zeus (parte mitica)
Un pensiero di Seneca (55 a.C.): non è povero chi possiede poco bensì chi desidera di più di quanto possibile.
Cesserai di sperare se cesserai i temere.
A questo punto reputo esporre alcuni concetti base sul termine “Cultura” che nella particolare attenzione con cui analizziamo dei contenuti, nelle riflessioni su determinati aspetti, nelle argomentazioni e nei dibattiti la condizione minima per poterli affrontare è la conoscenza, il sapere, il dubbio ed in sintesi una adeguata cultura che sappia affrontare i problemi complessi della società proponendo delle soluzioni possibili ed adeguate, modificando anche la cultura generale dei cittadini iniettando dosi di alta idealità, progresso certamente materiale ma soprattutto etico; coniugare con saggezza gli interessi istituzionali e quelli della collettività e dei diritti individuali con una ricerca razionale e continua di tutti gli strumenti idonei per progredire in un ambiente in cui il soggetto storico è l’uomo nelle sue componenti razionali, emozionali, sociali, confessionali e nel suo tendere continuamente verso condizioni di vita migliori.
Cultura non astraente e astratta ma che si flette, che si modella alla realtà modificandola verso un sereno ed armonico sviluppo.
Cultura che non si impone ma convince, non elitaria ma popolare e comprensibile, cultura e confessionale e laica che rispetta precetti e principi dottrinari e che l’interpreta e li modifica nel tempo e nello spazio perché siano aderenti al momento storico.
Cultura non di contrapposizione ma di relazione che interpreta i fatti in maniera non pregiudiziale.
Cultura come elaborazione di teorie di logica, di etica, di politica, di economia, di estetica con le quali gli uomini interpretano la vita e si orientano nelle loro azioni rivolte all’avvenire.
Cultura fuori dai miti e della metafisica che introdotti nella realtà possono portare a passioni, sofismi, ad accese perversioni come quelle della razza, della classe e della società senza Stato (anarchia)
Cultura come ricerca dell’uomo come entità in cui ragione, sentimento, morsale, ricerca, legge di necessità entrano in una dialettica che non ha sosta, ed in questa ricerca v’è tutta la forza morale verso la verità. Infine è da non dimenticare che il ruolo della cultura in uno Stato è determinante affinché la competizione politica si sviluppi in maniera costruttiva e serena.
La cultura crea le differenze e queste determinano la critica che spezzando anche nessi logici ed abitudini mentali, che consolidano solo dottrine conservatrici e no si aprono al nuovo, modifiche anche radicali per accedere alla verità che rappresenta una continua ricerca; è saggio convenire che la verità non la possiede nessuno e che solo l’atteggiamento speculativo alla conoscenza dei differenti approcci alla cultura portano ad un piano di stabilità su cui i processi si svolgono, e se talune cose sfuggono al nostro sapere, alla nostra cultura non bisogna dominarle ma lasciarle alla futura comprensione.
Una piccola riflessione di natura politica. - Laddove non esistono differenze non vi può essere mutamento alcuno, e da ciò discendono alcune considerazioni:
- non vi può essere alcuna direzione unica od assoluta che annullerebbe il principio delle differenze
- nel concetto di differenza non è implicito il miglioramento che necessità di altre condizioni quali il tempo, la ricerca, l’analisi e la comparazione dei risultati ed infine le prove ed altro per appurare se l’oggetto della ricerca può essere di miglioramento o di progresso per la comunità.
Infine la persona attiva in qualsiasi ambiente politico, economico, sociale deve tenere sempre conto che qualsiasi soluzione razionale e logica deve essere trasferita in un ambito in cui sono le passioni, le tendenze, gli interessi, lo spirito religioso ad essere dominanti nella società in cui insistono le differenze che impongono in una società democratica, o che si suppone tale, di pensare, valutare , scegliere avendo libertà di pensare,attenzione nell’ascoltare e prudenza nell’agire
Penso sia opportuno una riflessione sul concetto di progresso che inizia all’alba del processo industriale, quando lo sforzo umano viene sostituito dalla macchina, dall’elettricità,dal nucleare ed alla mente umana si sostituisce il calcolatore. Questo insieme ha dato la possibilità d’una produzione illimitata ed inarrestabile (che in seguito sarà sfruttata dal Capitalismo dal quale avranno origine le sofferenze tra le condizioni umilianti di chi è povero a differenza di chi è ricco). Ma questa libertà senza restrizione questo supposto progresso non riesce ad eliminare i seguenti problemi:
- la soddisfazione illimitata dei desideri non comporta il vivere bene;
- il sogno d’essere padroni della nostra esistenza finisce quando ci si accorge di fare parte degli ingranaggi della macchina asfissiante della burocrazia e che pensieri, sentimenti e gusti sono manipolati
continuamente da governi, industria e mezzi di comunicazioni di massa.
- il progresso economico è limitato ai paesi ricchi e la differenza con quelli poveri aumenta sempre più
- lo sfruttamento incontrollato delle risorse ha come conseguenza il manifestarsi di pericoli ecologici che col passare del tempo provocano catastrofi vere e proprie (vedasi l’inquinamento d’un fiume, lungo un migliaio di chilometri, in Cina al confine russo causato dall’esplosione d’una raffineria).
I presupposti psicologici della Grande Promessa erano:
- scopo della vita è la soddisfazione d’ogni desiderio
- che l’egoismo (che il progresso infinito genera) porta all’armonia ed alla pace.
Ma la più interessante teoria del vivere bene si ritrova in Socrate: "è la virtù che produce ricchezza e tutti gli altri beni acché l’anima degli uomini diventi sempre più buona".
È necessario distinguere tra i bisogni soggettivi (la cui soddisfazione e momentanea) e quei bisogni insiti nella natura umana e la cui soddisfazione comporta lo sviluppo umano.
L’edonismo radicale attuale è ”voglio tutto e subito per me stesso” poiché a darmi piacere è il possedere e non il condividere, ma il continuo avere determina una perenne insoddisfazione e la brama di possedere conduce ad una guerra senza fine. Nella società medievale il comportamento economico era determinato da principi etici - prezzo e proprietà erano inseriti nel concetto della teologia morale(concetto del giusto prezzo fornito da Tommaso d’Acquino). In seguito si ha una separazione dell’economia dai valori etici, l’economia è considerata come sviluppo del sistema indipendente da quello che è bene per l’uomo.
Da questo concetto dipende uno sviluppo economico industriale che non tiene conto della dignità umana. In questa ultima fase di sviluppo si comincia ad intravedere in nuce quello che si chiama sviluppo compatibile - un nuovo sviluppo compatibile, una nuova etica.
- E per finire:
Antiche immagini
Cantavano le cicale
Ed innumerevoli lucciole,
Punteggiavano la notte d’infinite stelle.
V’era odore d’ambra
E brani di luce d’avorio
Sostavano tra l’ombre della sera.
S’adagiavano i respiri
Tra pareti di penombra
Nel vagare di voci e suoni.
Cantavano le cicale
Nella campagna afosa
Dell’aere calido di sole.
Poi nel gioco dei pensieri
E nella nenia d’un canto
Antiche immagini tornavano stanche.
gen.b.(ris) Francesco Caporale