Sono due ore che ho gli occhi fissi su questo foglio bianco, la penna in mano, il cuore in tumulto. La mia presunzione di scrivere frasi mai scritte, descrivere sensazioni mai provate, raccontare sogni mai sognati, si infrange contro l'impossibile; probabilmente finirò con lo scrivere frasi già dette, raccontare emozioni già vissute, sogni già sognati. E allora?
Allora mi rivedo nella buia e triste stazione di Modena mentre l'altoparlante gracchia (gli altoparlanti gracchiano sempre): Modena, stazione di Modena. Per Carpi-Suzzara-Mantova si cambia. La scoperta della nebbia (arrivavo da Taranto) che avvolgeva persone e cose e subito tanta voglia di risalire sul primo treno e tornare a casa.
Sento sul pigiama di flanella, preparato da una mamma previdente, il gelo umido delle lenzuola; un fascio luminoso che mi acceca ed una voce impersonale che mi ordina: Allievo, si alzi e rimetta in ordine la camicia! E allora?
Al mattino, scopro quelli che saranno i miei compagni di viaggio, non solo per un quadriennio ma per tutta la vita: Gigi, Bruno, Enzo, Emanuele, Pasquale e tutti gli altri. La vita era dura, le difficoltà enormi, ma eravamo giovani, ricchi di tanta voglia di vivere; molte volte l'amicizia, quella che nasce dalla fatica e dal sudore, quella che la lontananza o il lungo silenzio non affievoliscono ma uniscono e cementano, ci supportava, ci aiutava e spesso riuscivamo anche a sorridere. Bruno ed anche tu Gigi, dall’alto dei cieli, ricordate in quelle afose domeniche di maggio quando, in libera uscita, suonavamo alle porte di famiglie
sconosciute chiedendo di inesistenti amici e familiari e che in una analoga situazione finimmo con il cadere nelle grinfie di una "maga" che voleva ad ogni costo predirci il futuro? Che fuga! Che ridere! Ogni momento difficile di uno era un momento difficile di tutti; la gioia di uno, espressa con pudore, era la gioia di tutti; l'apertura di un pacco di cibarie giunto da casa era il momento del party per tutti. E allora?
La prima volta che ho ascoltato la S. Messa..., che brividi! Momenti che non dimenticherò mai. Quello squillo di tromba per l'attenti che mi irrigidì al momento della Consacrazione mi colse di sorpresa, non me l'aspettavo; nel silenzio più assoluto si potevano sentire i battiti dei nostri cuori, mentre l'anima affidava a Dio ed alle parole di don Lino le speranze, le intenzioni, i propositi, i sogni. E allora?
Cortile d'onore, siamo schierati: onori alla Bandiera!
Ancora la tromba, il presentatarm e la nostra bandiera che ragiunge la sua postazione; la nostra bandiera, la bandiera dell'Istituto la cui presenza nobilitava sempre il momento, quella bandiera che trent'anni dopo avrebbe avuto come Alfiere anche mio figlio.
Emozioni, emozioni che non dimenticherò mai, che ho sempre ricordato e che anche oggi vivo ogni qualvolta gli eventi mi portano a contatto con questo Simbolo che nessun Gianburrasca del momento potrà maì cancellare e distruggere. E allora?
La mia prima lettera ai miei amati genitori scritta con le lacrime agli occhi, grato per avermi insegnato a distinguere il bene dal male, a farmi credere nei valori fondamentali della vita, a lasciarmi partire verso un futuro di cui non potevo prevedere gli sviluppi. E allora?
I sogni! Sogni di giovani che chiedevano un futuro sereno in cui ci fosse stata pari dignità per tutti: per il bianco e per il nero, per il fortunato ma, soprattutto, per quelli che lo erano meno; i sogni di giovani appagati per aver scelto di essere cittadini in modo diverso, dove soddisfazioni morali e l'orgoglio di indossare una divisa hanno ripagato e ripagano ancor oggi momenti di sacrifici e rinunce in un arco di tempo lungo cinquan'anni. E allora?
Mi sento a questo Punto di dire grazie a tutti coloro ai quali sono stato vicino e dai quali ho tanto imparato: superiori, colleghi, collaboratori, alla mia meravigliosa famiglia, perché da una matassa iniziata a svolgersi cinquanta anni fa, un filo sottilissimo ma indistruttibile ci lega e ci unisce alla forza dei ricordi che non verranno mai meno ed ai quali appartengono anche gli amici cari ed indimenticabili che dal cielo ci guardano con affetto.