La pagina personale di
Alessandro Paganucci



Ciao carissimi amici del 14° Corso. Sottoposto a tortura dal nostro Lucione Leonardi, ecco la mia pagina personale.
Non ho idea di come si faccia un sito, né cosa scrivere sulla mia pagina personale ma penso essa che debba contenere un po’ la nostra storia a beneficio e a ricordo di chi, di noi, vorrà leggerlo.
Per chi non se ne ricorda dico subito che sono nato a Fano, una splendida cittadina sulla costa adriatica, in una graziosa villetta, ancora oggi esistente, lungo la strada che porta alla vicina Stazione Ferroviaria.
Mio padre e mia madre, entrambi di Piagge (un paesino dell’entroterra) si erano sposati nella locale chiesa di Santa Lucia il 25 luglio del 1933. Poiché mio padre, manifestava una ottima capacità nella “gestione dei conti”, venne ben presto assunto dalla Cassa di Risparmio di Fano e conseguentemente tutta la famiglia si trasferì a Fano.
Nel 1941 scoppiò la seconda guerra mondiale e mio padre, con il grado di Tenente, venne destinato in Calabria. La separazione dalla famiglia deve essere stata durissima per lui tanto che, prima di partire, decise di trasferirci tutti di nuovo a Piagge, presso l’abitazione dei genitori di mia madre, Lodovico e Teodolinda. Nonno Lodovico era un “omone” con baffi e due mani che sembravano badili. Egli quasi ogni mattina attaccava il cavallo alla “biga” (una specie di calesse) e andava a controllare l’operato dei contadini, in modesta parte di sua proprietà, ma in maggior parte di proprietà di un suo cugino e spesso io lo accompagnavo . Nel frattempo, babbo Nestore tornato finalmente tra noi, riprese il suo posto di lavoro presso la Cassa di Risparmio di Fano e, contemporaneamente ottenne un appartamento in via Raffaello Sanzio (Zona Sassonia), in una delle case popolari che il Comune di Fano aveva costruito per sopperire alle difficoltà del dopoguerra che affliggevano tante famiglie. Io ripresi la scuola, ed ho finito le elementari nel Collegio Sant’Arcangelo. Nel 1945 nacque Francesco il terzo ed ultimo dei figli di Nestore e Lea.
Finite le medie mio padre mi consigliò di iscrivermi all’Istituto Tecnico Commerciale di Fano ma io, nel frattempo, avevo maturato un’altra idea, quella di frequentare l’Accademia Militare di Modena.
La decisione di entrare in Accademia la presi verso il quarto anno di Ragioneria, istituto al quale fui mandato con l’idea di subentrare a mio padre, impiegato alla locale Cassa di Risparmio, quando si sarebbe ritirato (pare che allora si potesse). Prima di decidere ne parlai a lungo con un amico di quinta che aveva già manifestato questa intenzione (Duilio “Lillo” Benvenuti) e con un ragazzo che abitava a pochi metri da casa mia (Arnaldo Falciasecca), “dolcemente” sospinto verso Modena dal padre Maresciallo. Quando ormai ero convinto, si pose il problema di parlarne ai miei. Lo feci un giorno, mentre eravamo tutti a tavola per il pranzo. Mio padre, che aveva fatto la guerra come Tenente di Fanteria, passato il primo momento di sorpresa, mi disse che era una buona idea (ma io capii subito che ne era entusiasta, anche se faceva sforzi disperati per non farlo trasparire). Mia madre, che non aveva capito niente, disse: “dov’è che vorrebbe andare questo qui?” “a Modena, all’Accademia Militare” le rispose mio padre.
Mia madre rimase in silenzio, ma dopo un po’ non riuscì a trattenersi dal chiedere “…e quando torna?” “quando andrà in pensione” rispose mio padre. Mia madre pianse, pianse per giorni e giorni, non riusciva a rassegnarsi all’idea che io me ne andassi.
Arrivai in Accademia con 10 giorni di ritardo essendomi ammalato di influenza “asiatica” il giorno prima della partenza per Modena. Voi eravate tutti a Sassuolo e mi portarono subito là.
Vi vedevo marciare in cortile mentre io, ancora in borghese, seguivo con aria smarrita “Magentalfredo”, che, essendo ripetente, era stato incaricato di seguire questo “aspirante” appena arrivato.
Mi ha portato dal barbiere, in magazzino a prendere il vestiario, in armeria a ritirare fucile e baionetta, in camerata a farmi vedere dove avrei dormito……senza mai rivolgermi la parola, fumando una sigaretta dopo l’altra, con l’aria perennemente incavolatata, ogni tanto qualche grugnito per dirmi di sbrigarmi (chissà se tu, carissimo Alfredo, ricordi questi particolari).
Finalmente, mentre io cercavo di sistemare le mie cose nell’armadietto, voi, finito l’addestramento, siete arrivati di corsa in camerata e così ho incontrato Aurelio (Ometto), che precedendomi nell’ordine alfabetico, dormiva al piano di sopra della mia branda a castello, e poi Lillo Benvenuti che, invece di farmi coraggio, ha cominciato subito a dirmi “…è un casin Sandro, è dura, non gliela faccio, mi mandano via…” e Arnaldo Falciasecca che, più sbrigativamente, manifestava di dimettersi al più presto per andarsene da “stò manicomio”.
Per fortuna Aurelio, Pierino (Petrarca), Gigi (Lomarco), Rolando (Mosca Moschini), Sante (Molaschi) e gli altri del plotone erano meno catastrofici e io mi adattai ben presto a quel genere di vita.
La sera mi presentai subito per andare in libera uscita.
Tenente d’Ispezione era Donato. Passandomi davanti mi disse “Paganucci, cerca di non salutare anche gli spazzini solo perché hanno un cappello in testa, per favore!”.
E così cominciò la mia avventura in uniforme! (Foto 1, Foto 2, Foto 3, Foto 4)
A Torino, uscivo spesso con Gigi.
Incontrammo due ragazze, gemelle, Paola e Maria di cui ci innamorammo immediatamente (lui di Paola e io di Maria).
Conseguentemente ci parve naturale cercare di rimanere in Zona (chiedemmo tutt'e due il 22° rgt. f. di Torino o il 21° rgt. f. di Asti o un reparto di Genova se proprio non si poteva fare di meglio).
Ricevemmo anche promesse che saremmo stati facilmente accontentati.
Fummo invece spediti Gigi al btg. di Arresto di Ipplis (presso Cividale) e io al btg. di Arresto di Farra d'Isonzo.
Mi ci vollero due giorni per individuare sulla carta d'Italia dove si trovasse Farra d'Isonzo.
Mi aiutò il nome Isonzo, e percorrendo col dito sulla carta il suo corso trovai finalmente Farra.
Maria ci rimase malissimo
Io anche, ma avendo come compagni di sventura oltre a Gigi, Matteo Palumbo e Mimmo Marchese (assegnati al mio stesso btg. d'Arresto) mi consolai ben presto.
Ho comandato il plotone e la compagnia nel 53° Reggimento di fanteria, ricostituito nel 1963 con la denominazione "d'Arresto" perché presidiava le opere della fortificazione permanente lungo il confine con la Jugoslavia.
Sono stato il primo Alfiere di quel Reggimento, ricevendone la bandiera di Guerra dal Capo dello Stato in una solenne cerimonia tenuta nel campo sportivo di Palmanova il 20 settembre 1963.

Subito dopo, 28 settembre, mi sposavo con Maria ed andammo ad abitare ad Udine.
Ho frequentato la Scuola di Guerra di Civitavecchia nel periodo 1969-1971 (Foto 5, Foto 6) e l'anno successivo l'Istituto Stati Maggiori Interforze (ISMI).
Ho fatto tre anni presso lo Stato Maggiore della Difesa - III Reparto, insieme al nostro Renatino Ferretti.
Ho comandato per due anni il 40° Battaglione Meccanizzato di Bologna della Brigata Trieste, in contemporanea con Peppe Ardito che ne comandava il Gruppo, e con Renatone Mastroeni che comandava il battaglione meccanizzato di Forlì.
Poi sono stato tre anni al Comando Supremo delle Forze Alleate della NATO (SHAPE), a Mons, insieme a Maurizio Iaione.
Al rientro sono stato vice Comandante della Brigata Aosta di Messina (Foto 7), dove ho trovato Achille Ristagno Capo ufficio OAIO, e l'anno dopo sono stato trasferito a Palermo per assumere l'incarico di Capo Ufficio Operazioni della Regione Militare Sicilia.

In Sicilia stavo bene, ma…..appena mi fu offerto l'incarico di Sottocapo di SM Logistico alla Regione Militare Tosco-Emiliana di Firenze lo accettai subito. Promosso Generale (dicembre 1988) fui destinato al Comando dei Servizi Trasporti e Materiali sempre in Firenze, ma poiché il posto si liberava nel gennaio 1990, nel frattempo frequentai il NATO Defence College di Roma (corso interessantissimo che logica vorrebbe si frequentasse prima di essere destinato ad un Comando NATO. Io invece….. prima andai allo SHAPE e poi frequentai il College!).
Il 6 agosto 1996, compiendo 58 anni, sono stato promosso Generale di Divisione e, contemporaneamente, avrei dovuto smettere di indossare l'uniforme.
Invece, sono stato trattenuto in servizio fino al successivo 10 settembre quando, con una bella cerimonia, ceduto il Comando dei Servizi TRAMAT al mio successore, lasciavo definitivamente il servizio attivo.
In quell'occasione ho inviato ai compagni del 14° corso un biglietto di saluto.
Forse non a tutti, perché allora era un problema avere gli indirizzi di ognuno (Lucione Leonardi non capiva ancora nulla di computers e quindi non disponevamo di un sito internet del 14° Corso con le coordinate di ciascuno di noi….), ma sicuramente a molti di voi.
Ora vivo a Fano. Solo, perché la mia Maria se n'è andata nel 1993, stroncata dal solito terribile tumore ed i miei due figli vivono l'uno a Roma (Paolo, Ingegnere Elettronico, sposato (Foto 8) con una figlia del nostro Scelto Giuseppe Bruschetti, con due splendidi bambini) e l'altro a Firenze (Giorgio, Capitano presso il reggimento "Lupi di Toscana" di Scandicci, sposato da poco più di un anno, con una bimba dolcissima nata il 21 settembre 2003).
Appena rientrato a Fano (1997) mi hanno invitato ad entrare nel Rotary Club della città.
Ho accettato e nell'anno 2001-2002 ne sono stato il Presidente.
Tra le manifestazioni che ho organizzato, la più bella ed importante è stata sicuramente quella in cui ho avuto ospite-relatore il capo di SMD Italiano, cioè il nostro Rolando Mosca Moschini.
Il tema da lui trattato "FORZE ARMATE ITALIANE NEL SISTEMA DI SICUREZZA E STABILITÁ INTERNAZIONALE", di grande attualità ed interesse (eravamo nell'aprile 2002), è stato particolarmente gradito dal numerosissimo uditorio.
A Rolando il Rotary di Fano ha assegnato il Paul Harrys Fellow, la massima onorificenza rotariana, e, all'unanimità, il Consiglio Direttivo ha deliberato di iscriverlo al Club come socio Onorario.
Quest'anno sono stato negli USA un mese, quale Team Leader di quattro giovani professionisti segnalati dai Rotary di Marche, Umbria, Abruzzo e Molise, nel quadro del programma Group Study Exchange portato avanti dal Rotary International.
Rotary a parte, viaggio spesso per andare a vedere figli (nella Foto 9) e nipoti (nella Foto 10 e nella Foto 11) a Roma e Firenze.
Comunque, me li godo tantissimo in estate quando vengono a Fano per le vacanze.
Il settembre scorso, è nata Maddalena, figlia di Giorgio che nella Foto 12 vedete nel giorno del suo matrimonio con Maria Laura.
Non so ancora dirvi granché di Maddalena (nella Foto 13), ma sono felice di avere anche una bimba in famiglia.
Sono ancora oggi felice di quella scelta di seguire la carriera militare, dalla quale ho ottenuto belle soddisfazioni avendo raggiunto il grado di Generale di Divisione e assumendo incarichi importanti anche all’estero.
Come sapete non ho più partecipato ai raduni del Corso dopo il quarantennale di Modena. Nick Canarile e gli altri del Comitato che organizzano tali manifestazioni mi hanno spesso rimproverato per queste mie assenze.
Credetemi, non ho niente contro il corso nel suo insieme o contro qualche singolo in particolare.
Anzi, vi assicuro che incontrare qualcuno del 14° è sempre per me una grande gioia ed una sincera emozione, tanto che preferisco chiamarvi i miei "fratelli di corso", anziché "compagni di corso".
Forse mi piace di più ricordarvi…….. "come eravamo".
Ma in futuro, chissà… Se qualcuno vorrà contattarmi mi farà sempre molto piacere.
Vi abbraccio tutti con tanto, tanto affetto

Sandro
Via della Giustizia 16/A 61032 FANO
Tel. 0721/805100 e-mail: a.paganucci@alice.it
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