all'amico Pierpaolo ed a tutti i compagni di corso che vorranno leggere questi ricordi di un "vecio alpin"

La storia personal-militare della mia vita interessata all’appartenenza al 14° Corso comincia, come sai, e sanno tutti i nostri compagni, il 28 ottobre 1957 ed entra nella realtà, da cui tendo ad escludere MODENA e TORINO, quando prendo servizio a Tarvisio, 8° Rgt. Alpini, Btg. “L’AQUILA”. Mio primo C.te di battaglione è quel Carlo Cornacchione che m’aveva accolto alla 3^ compagnia di Modena tra le braccia del 14° Corso; dunque la storia continua?
Nooo!, è tutta un’altra musica. Tra un’esercitazione, un campo, una Drowsy Dog, mi rendo conto che il Btg., il Rgt., le FFAA italiane crollerebbero all’istante se io mi assentassi per un solo giorno!
Nonostante ciò, con una testardaggine ed un egoismo perverso da meritare il processo per diserzione, privo tutti del mio fondamentale, insostituibile apporto per ben tre giorni e vado a sposarmi con Lidia, il mio amore di Torino e di sempre e il mio più grosso colpo di fortuna: ciò accade il 15 aprile del 1962.


Il 18 dello stesso mese mi presento a La Thuile per un corso di 40 giorni; a fine maggio rientro in sede, ma il 2 giugno sono già al campo… e comincio a capire l’alpinità.
E così, più o meno, continua il resto del mio primo anno di Reggimento.
Tra un corso, un campo, una esercitazione, una pattuglia di confine, finisce il 1962.
In un batter d’occhio, l’8 gennaio 1963, dopo nove mesi (periodo canonico ma non obbligatorio) mi ritrovo papà di Silvia: sono giorni agitati, la mia presenza sempre più indispensabile, impensabile un mio allontanamento dal reparto!
Così il 6 ed il 7 sono in pattuglia di confine, non se ne parla proprio di andare a Torino dove Emanuele Bagna ha accompagnato mia moglie a far nascere la bimba; il 9 sono a Verona per un picchetto d’Onore…. e il 10 finalmente sono a Torino e vedo Silvia.
Le suore della clinica avevano già cominciato a sospettare che mia moglie fosse una ragazza madre, sedotta ed abbandonata. Transval! (come diceva Bettanini….)
Passa il ’63, il ’64, divento un alpino un po’ più credibile, con tanto di brevetto di Istruttore di Alpinismo.

Ed è proprio durante un corso di alpinismo che Cesare Costantini ed io facciamo domanda per il corso Piloti di elicotteri. Nel luglio del 1965 mi trovo trasferito a Cuneo, 2° Rgt. Alpini, ma il 18 dello stesso mese sono a Frosinone al corso P.E..
Iniziamo in 25 e finiamo brevettati in 5: del 14° Corso siamo: Buttazzoni, Marrone ed io!
Nel 1966 sono a Bolzano, dato che avevo chiesto le sedi di Padova e di Belluno (naturale, no?).

Sono i periodi del terrorismo in Alto Adige: volo molto, imparo molto, mi piace molto. Negli inevitabili momenti di paura, specie quando sono solo a bordo, mi canto a squarciagola “Azzurro” … e mi passa.
E poi Dobbiaco, San Candido, dove comando la compagnia, Venaria, Rivoli, Venaria, Naqoura, Venaria; finisco a rifare l’alpino (si fa per dire) a Torino con un “Oro” per lungo comando ed i gradi di Colonnello.
A questo punto devo dire che ho nostalgia di tutto, del bene che ho avuto e del resto…:rifarei tutto, cercando di fare meglio.
Non posso tralasciare che nel frattempo Lidia mi regala altri due figli: Lia nel 1964 e Stefano nel 1969, mentre la mia prima Silvia mi rende nonno per tre volte.
Prima del congedo ho la grande emozione di vedere Stefano all’Accademia e poi col cappello alpino in testa: adesso fa il pilota di elicotteri, indovinate come chi…

Ed adesso? Per un caso tanto fortuito che fortunato, mia moglie ed io, un anno prima dell’ausiliaria, abbiamo trovato, nella campagna saluzzese una casa in mezzo ad un prato: era da completare ed il prato sembrava la zona d’arrivo dei colpi in un poligono d’artiglieria; abbiamo finito la casa, sistemato il prato, piantato alberi, recintato l’orto, costruito una simpatica “dependance” per cui non ho problemi ad ospitare amici.
Ora viviamo in una casa che, almeno per noi, è da sogno e piace a tutti quelli che vengono a trovarci; molti di quelli che il 28 ottobre ’57 … sono già venuti e ci hanno resi ancor più felici: detto tra parentesi e sottovoce, ho una discreta cantina di vino “di buona beva”.

Faccio il meccanico, l’idraulico, l’elettricista, il muratore, il giardiniere, ma tutto e solo quando ne ho voglia.
I ragazzini e non del vicinato mi portano le biciclette, i motorini, gli aspirapolvere, ecc. da riparare ed io quasi sempre ci riesco: in cambio talvolta ricevo uova, salami, una bottiglia di vino di casa, frutta.
Della mia salute non posso lamentarmi; avendo subito un trapianto di tre by-pass coronarici qualche anno fa, anche il mio motore è revisionato e funziona bene.
Concludo: nell’avvicinarmi all’ultima, inevitabile salita, mi sento appagato della mia vita, orgoglioso dei miei figli, teneramente legato e fortemente grato a mia moglie, pieno di affetto per gli amici.
Il buon Dio mi chiederà conto di molte cose che potevo fare meglio, di molte cose che non ho fatto, ma nel Suo libro, completo e vero, non troverà episodi di mala fede.

Alcune mie foto personali:
- Sto facendo le tagliatelle, validamente aiutato da Nicolò, il più piccolo dei tre nipoti
- Il cane (femmina) sta chiaramente godendo delle mie carezze: chi ha mai detto che con le femmine non ci so fare?
- Lidia ed i tre nipotini Lorenzo, Matteo e Nicolò
- La casa in campagna a Revello (CN)
- Dal balcone di casa, lo stupendo panorama del Monviso all'alba!