Non tutti i mali vengono per nuocere

Personaggi: Aurelio, Luigi e Lucio, i Ten. Zacco ed Ezechiele Lupo



Mio padre aveva cominciato presto….. Con mio nonno al fronte durante la guerra ‘15-’18, per aiutare la famiglia in non agiate condizioni economiche, aveva fatto un po’ tutti i mestieri: calzolaio, musicista, barbiere, orologiaio e ciclista.
Ed i ferri dei vari mestieri li aveva conservati anche quando poi era entrato nell’esercito come sottufficiale.
Fu così che, quando stavo partendo per l’Accademia in quanto vincitore del concorso per l’ammissione al 14° Corso delle Varie Armi, mi mise nella valigia la spazzola e la macchinetta per tagliare i capelli dicendomi che avrebbe potuto servirmi.
Giunti a Modena, dopo una frettolosa vestizione fummo inviati a Sassuolo per il primo inquadramento. Io, che ho sempre avuto una folta capigliatura, fui tra i primi ad essere inviato “a rapporto” dal barbiere. Fui letteralmente “scotennato”!
Ricordo ancora la sonora “pacca” che Luigi, mio amico e fratello scout anche lui di Foligno, mi diede non appena rientrato nei ranghi del Plotone.
Poi, una volta tornati a Modena, fummo presi dal vortice frenetico della vita da allievi e, quasi quasi senza accorgercene, arrivammo alle sospirate vacanze natalizie. Per l’occasione avevo cercato di farmi ricrescere un po’ di peluria dietro il collo per non tornare alla mia città con la sensazione di essere nudo; cercavo di mimetizzarmi, nell’ultima settimana non mi presentavo alla rivista per.r la libera uscita. Avevo sperato di farla franca…. Ma quando già eravamo inquadrati per andare alla stazione fui “notato” dal Ten. Zacco che mi disse che in quelle condizioni “indecorose per un allievo” non mi avrebbe fatto partire.
Dopo un primo momento di abbattimento (la barberia aveva già chiuso) venni a sapere che un famiglio che prestava servizio alla mensa allievi (e di cui non ricordo il nome) aveva fatto in precedenza il barbiere ma che non disponeva degli attrezzi.
Ringraziai in cuor mio la previdenza di mio padre, recuperai rapidamente la macchinetta e riuscii a farmi sistemare i capelli e a prendere il sospirato treno…..
Ma quella non fu l’unica occasione in cui la macchietta si rilevò utile…..
Una sera di primavera Aurelio, nostro compagno di Plotone, al rientro dalla libera uscita fu notato dall’Ufficiale di Picchetto (Ezechiele Lupo) con i capelli eccessivamente lunghi e gli disse di presentarsi nuovamente a lui prima del contrappello serale per l’immancabile punizione.
Venuti a conoscenza del fatto io e Luigi ci offrimmo di “regolare” il taglio della folta chioma prima che si presentasse all’Ufficiale di Picchetto.
Detto fatto! Ci demmo talmente dentro e la capigliatura di Aurelio era effettivamente abbondante che ogni nostro intervento inesperto non faceva altro che peggiorare la situazione in quanto non riuscivamo a dare ai capelli la giusta sfumatura,
Taglia tu che taglio anch’io, alla fine io e Luigi ci demmo un’occhiata scoraggiati e dicemmo ad Aurelio che avevamo finito il nostro intervento e che non avremmo potuto fare nient’altro di meglio.
Ad Aurelio non restò altro che recarsi dall’Ufficiale di Picchetto per ricevere la giusta punizione mentre io e Luigi restammo in attesa timorosi che il nostro intervento avesse potuto peggiorare la situazione. Quando finalmente Aurelio ritornò, alle nostre domande rispose che l’aveva fatta franca in quanto Ezechiele Lupo, dopo averlo visto “conciato” in quella maniera aveva sorriso e gli aveva detto: “Vada pure Allievo! È già stato abbondantemente punito!”