La pagina personale di
Romeo Martorelli



Romeo Martorelli, nato Carabiniere a Cavallo, è poi entrato, vincitore di concorso, nel glorioso 14° Corso nel lontano 1957 (Vedi Foto 1 , Foto 2 e Foto 3).
Ammogliato con tre figli di cui uno è figlio della rapina e della mala di Tufello-S. Basilio-Rebibbia.
Il terzo figlio, infatti, è nato dopo nove mesi che ero stato ferito in conflitto a fuoco nel corso di una rapina.
Il rapinatore "Sandrone" è divenuto successivamente un mio amico poiché, messo subito in libertà dai giudici ed inviato in soggiorno obbligato in un paese del nord sul Garda, ogni tanto scappava e veniva a riscaldarsi a Roma ove si faceva arrestare otto volte solo dall'allora Capitano Martorelli.
Alla nascita del piccolo, che è stato chiamato, come secondo nome, Alessandro, "Sandrone" ha brindato all'evento.

Quando poi sono stato promosso maggiore, il grande "Sandrone" è venuto a trovarmi, col suo aiutante Kociss, con una bottiglia di wiskey per felicitarsi con me per l'evento (se ero stato promosso, il merito era anche suo!).
Dopo aver diretto gli interventi per sedare la rivolta nel carcere di Rebibbia, sono passato all'antiterrorismo.
È di quel periodo la foto 4 che mi ritrae, con altri Carabinieri, vestito con abiti caratteristici sardi.
Sono stato poi assegnato al Ministero dell'Interno - Gabinetto del Ministro (Sez. Catena, dicevano i cattivi).
Ho comandato il Gruppo C.C. di Bergamo durante il processo di 120 terroristi di Prima Linea.
Infine assegnato al Comando dei C.C. per la Marina Militare, ho solcato i mari di Taranto, La Spezia e Sardegna (grandi mangiate!).
Dopo vari incarichi riservati, finalmente la pensione.
Messomi in società, mi sono trasformato in imprenditore agricolo (vedi Foto 5), in grado di produrre oltre 10.000 litri di vino speciale l'anno.
Con il passare degli anni ho venduto l'azienda e parte dei terreni per dedicarmi ai miei hobbies preferiti: musica, teatro e scrittura creativa.

In queste attività non ho fatto ancora una gran carriera, ma ogni tanto colgo l'occasione per ritrovarmi con gli amici del 14° Corso.
Romeo addio

e se me ne andrò
mentre voi siete ancora qui
sappiate che io continuo a vivere,
vibrando con diversa intensità,
dietro un sottile velo che il vostro sguardo
non può attraversare.

Voi non mi vedrete.
Dovrete quindi avere fede.
Io sarò nei fiori, nei profumi di primavera.
Io attenderò il momento in cui di nuovo
potremo librarci assieme in volo,
tutti sapendo che io vi sono accanto.
Fino ad allora, vivete nella pienezza della vita.
E quando avrete bisogno di me,
sussurate appena il mio nome nel vostro cuore
. . . e io saro lì.
IN RICORDO DI ROMEO

Ha lasciato questa vita con la solita velocità con cui faceva le cose.
Ha riabbracciato i suoi genitori e suo fratello che amava come se stesso.
Noi sappiamo che l'esempio che ci ha lasciato non tramonterà mai.
Anzi, sarà la luce che orienterà il nostro cammino.
Sempre.
Grazie Romeo


Ho saputo dal papà della scomparsa di Romeo. Sono molto dispiaciuta e papà e mamma sono rimasti scossi.
Le mando una fotografia scattata in quella bellissima giornata.
Vi siete trovati e riabbracciati. Io in quei momenti ho pianto di commozione e mi sono sentita infinitamente orgogliosa di tutti voi, che con il vostro lavoro e sacrificio avete assicurato a noi giovani, oggi adulti, di poter vivere nella sicurezza e nella serenità.
Era stato un bellissimo momento di incontro per loro e ci tengo che anche la famiglia abbia questa bella foto.
                                                                      Elisabetta Zanette
NOTA del webmaster: la foto è stata inviata ai familiari ed è stata anche inserita fra le altre foto scattate durante il nostro Cinquantennale.