Il Ten. Lucio Leonardi

Il ten. Lucio Leonardi era il comandante del secondo plotone (della terza compagnia).
La corporatura robusta e tarchiata, il viso paffuto dallo sguardo attento ed indagatore potevano farlo apparire un soggetto tranquillo, amante della calma ma così non era quando, per esempio, in palestra, durante le esercitazioni svelava le sue non trascurabili doti di mobilità e di resistenza destando in noi non poca meraviglia.
Da parte nostra eravamo sempre attenti ad osservarlo se non altro per scoprire in lui qualche difetto in modo da giustificare i nostri.
La sua voce aveva spesso un tono imperioso con cui condiva le frequenti espressioni di biasimo, gli ordini e le censure ai nostri comportamenti. La pronuncia della lettera "r" era in lui appena arrotata ma se il tono della voce si faceva concitato e perentorio, la leggera dislalia assumeva il tono di un vero difetto di pronuncia suo peculiare.
L'espressione "stia punito", impensabile in scuole non militari, risultava antipatica e sgradevole anche in quel tipo di ambiente dove tuttavia aveva finito con l'assumere un contenuto del tutto particolare!

Sembrava infatti che la punizione, per altro assai frequente e somministrata per futili motivi, servisse più ad abituare l'allievo a non farci caso, che tanto prima o poi doveva capitare a tutti, piuttosto che a sanzionare una trasgressione. Ogni giorno, dopo pranzo, ci si fermava davanti alla bacheca per leggere il sempre pieno elenco dei puniti con la motivazione della punizione: capelli lunghi, scarsa cura dell'arma, scarsa cura del posto letto ecc.
La punizione era un modo di comunicare, una specie di ordine da palestra e tutti ci pensavano si ma non più di tanto.
Ebbene, il ten. Leonardi aveva un modo tutto suo di somministrare queste censure. Il tono del suo rimprovero iniziava in modo tranquillo e pacato quindi si faceva sempre più forte ed autoritario, in quel momento l'allievo sapeva già come sarebbe andata a finire così che l'ormai certo "stia punito" giungeva ai suoi orecchi come l'ultimo tuono prima della quiete incipiente, un momento quasi desiderabile di ritorno alla quiete.
Il "signor sì" dell'allievo suggellava e poneva fine alla questione cementando sempre di più l'amicizia nella sventura di quel gruppetto di allievi più frequentemente protagonisti delle operazioni censorie del ten. Leonardi.
Nella qualità di insegnante di geometria, aveva il compito di dirigere e correggere gli esercizi di questa disciplina.
In questo ruolo tutti avevamo imparato ad apprezzare il suo impegno e la sua abilità in una disciplina certamente difficile specie in occasione degli interrogatori in cui chissà quante volte la pallina bianca nel bussolotto era quella del ten. Leonardi che trasformava così una deficienza in un diciotto e palla che per noi allievi era gradito non meno di un trenta e lode.
Dei rari momenti di riposo, specie in occasione degli assolati pomeriggi della zona del Monte Nuda, pensare al ten. Leonardi significa ricordare con tanta nostalgia quegli incontri di calcio improvvisati rivedendolo con la sua abituale tuta ginnica alle prese col pallone e con gli effetti di qualche calcio ricevuto sportivamente dai suoi allievi avversari.

                                                                                     Gianni Sardella - Modena, 21 novembre 2003
  La pagina personale di Lucio Leonardi