Lettera di saluto ai radunisti pervenuta
dal Gen. Rolando Mosca Moschini


                                                                                                                        Roma, marzo 2008



Pino Ingallati, nell'inviarmi il programma del raduno di Edolo, ha affettuosamente auspicato la mia partecipazione o, nel caso ciò fosse impedito da impegni del mio servizio, una espressione di saluto ai colleghi ed amici.

Tenuto conto che dal 14 al 20 marzo dovrò recarmi in Cile con il Signor Presidente, attenuo il mio rammarico per non potervi ancora incontrare con il privilegio di essere autorizzato ad esprimere a tutti, tramite la Tua persona, qualche mia riflessione.

Queste occasioni di incontro - e recentemente abbiamo vissuto quella particolarmente significativa del cinquantennale - producono in ognuno di noi sentimenti inevitabilmente contrastanti.

Da un lato, ci addolora il ricordo di coloro che non ci sono più, ci rattrista verificare i segni del tempo che passa o incontrare qualche amico che lotta con problemi fisici o di spirito, dall'altro, proviamo la gioia immensa, e dobbiamo far prevalere questa gioia immensa, di rivederci, di poter rivitalizzare la nostra coesione, la nostra amicizia che, talvolta, le vicende della vita sembrano aver attenuato. Dico sembrano, perché i sentimenti dell'amicizia vera non mutano anche se non ci si vede per anni.

Questi incontri ci consentono di confrontare le nostre esperienze, in alcuni casi di riscoprirci e, quindi, di comprenderci meglio.

Ognuno di noi, al di là delle apparenze, ha vissuto momenti lieti e momenti dolorosi, difficili.
Valutiamoli serenamente sforzandoci di trovare comunque elementi di soddisfazione e di gratificazione, tenendo vivi nella mente i traguardi raggiunti, consapevoli - come ho avuto modo di sottolineare con alcuni di Voi - che il successo vero e non formale non si misura con gli incarichi ricoperti o il numero di stellette sulle spalline, ma con il patrimonio di valori che abbiamo saputo realizzare, i sentimenti che abbiamo saputo produrre e stimolare, la famiglia che abbiamo costruito, la considerazione che abbiamo saputo meritare da parte dei nostri figli, la qualità dei nostri amici, la loro onestà, la nostra onestà, la generosità, la tolleranza, la disponibilità, la lealtà, il rispetto.

Questi sono i veri parametri per misurare il successo.

Mancanza di equilibrio interiore, slealtà, livore, invidia segnano inevitabilmente l'insuccesso anche di chi riesce ad ottenere ricchezza, incarichi prestigiosi ed effimera visibilità.

È per me un grande privilegio ed un grande onore avere la consapevolezza di appartenere ad un Corso con tanti uomini di successo, un Corso che, nel mio lungo e variegato percorso privato e professionale, ha sempre costituito e costituisce il mio prezioso ed insostituibile bacino di amici veri sui quali sento di poter contare e dal quali tanto ho potuto apprendere.

Auguro a tutti voi, a tutti noi, ogni bene e, soprattutto, la possibilità di percepire fortissimo il desiderio di sostegno reciproco, di rispetto reciproco.

Abbiamo ed avremo tutti sempre più bisogno gli uni degli altri.

Quando necessario, non esiterò a bussare alla vostra porta con umiltà e senza imbarazzo. Vi prego di fare altrettanto.

Ho goduto nell'incontrarci a Modena e, con alcuni, a Roma. Mi spiace non essere a Edolo.