La badante Taty
Racconto di Ruggero Contini (Roger)
Ormai la compagnia aveva deciso dove stare.. è stato comperato un piccolo casale nella campagna viterbese. Per star vicino a Ciko.
Come potete immaginare, anche se abituati a provveder da soli alle solite cose c’è un poco di confusione generale in giro, e così si decise di prendere una badante per fare pulizie. E darle un tetto pure dove dormire e un focolare per mangiare.
Scoppiò quasi una guerra per metterla in regola con la legge, in tutte le sue cose.. ma ora è a posto.
È regolare, si dice..
Se non sapete cosa vuol dire badante regolare non saprete mai cosa significa aiutare.
Quando tornammo dalla Prefettura era così felice che non si reggeva in piedi per la gioia, non camminava neanche, levitava.
Il colorito chequa e il naso atzeco che in quel viso giovane svettava, quasi non si notava per i riflessi della luce brillante attorno agli occhioni, neve e lava nera, ecco com’era. Sotto i capelli neri come pece rigorosamente disposti a piramide.
Furono giorni di una intensità speciale… chiedere la residenza, ed aspettare il vigile… la carta d’identità .. farle aprire un conto in posta, scegliere un medico di base…Fare i versamenti da parte nostra per una pensione che non avrà mai, povera stella…
Attrezzarle la cameretta nuova, farle l’orario sindacale… Darle un lettore di CD, un corso di Italiano espresso… rimpannucciarla un poco nei vestiti per l’aria fresca… ci fù da insegnarle ad usare tutto, dalla lavatrice al ferro a vapore e per ultimo la cucina e il microonde… e farle il biglietto per tornare a casa per una vacanza che non conosceva da tre anni e che, spiegammo, le spettava di diritto, se non da noi, almeno da altri, accompagnarla all’aeroporto e sventolare i fazzoletti… come bambini scemi, e andare a riprenderla dopo 26 giorni…
E poi aprire tutti i pacchetti con i suoi poveri regali… e fare le meraviglie per la paccottaglia fresca. Ma fù una festa e una mattina, si sentì cantare per casa… a cantare in casa, ricordate ? Son 50 anni che una donna non canta in casa in Italia. Poi volle il grembialino e la crestina e così fece una fiesta e preparò il suo primo pasto tradizionale con le specialità della sua terra lejana.
Siamo amici cari, vero, e gente strana, resa tale dalla vita nostra assai speciale, ma se siamo arrivati vivi sino ad oggi è forse anche perché assaggiamo tutto prima di mangiare: tutto si può cuocere e mangiare, se prima hai la pazienza di provare …
Forse fù la gonnellina corta, forse l’allegria, forse la gioia di far felice una persona cara, forse il vino, forse i liquori.. non so cosa… ma ci colse la maledizione di Montezuma o dell’Inca, come più vi pare.
Non fa poi tanto male se sai dove andare e trovi posto presto, senza aspettare, in due giorni poi tutto tornò normale.
Ma Ruby no, la prese male… non è tanto il fisico che venne toccato, ma il morale.
Ruby era vagabondo per tradizione antica … ebbe tre mogli nello stesso tempo .. (erano altri tempi e il dollaro era tale di fatto oltre che di nome): una in Grecia, alta e bionda miele, due occhi azzurri da tagliare il cuore, un’altra in Australia , una stangona con due tette così e l’aria sveglia, attiva e cavallona… ed un’altra in Thailandia, e con questa fù l’Amore… timida e gentile, che l’adorava come solo un cane sa adorare.. ed era Tanija-Piccolofiore e che, come tale fu il primo ad esser colto dalla nera signora .
E Ruby che le voleva un bene un po’ speciale, ci stette molto male… tagliò per mesi i ponti con tutti.
Quando lo ritrovammo, ripulito e riciclato tornò a danzare la nostra danza abituale. Ma Tanija-Piccolofiore gli restò nel cuore ed aveva occhi orientali come Tatiana-Taty, la badante ecuadoriana.
Dopo l’effetto tolteco a Rudy riprese la malinconia di Tanija..
Ruby vedeva Tanija in sogno che gli tendeva le braccia e lo chiamava… quando lui si avvicinava Piccolofiore lo faceva sedere su una poltrona di midollino, con lo schienale alto aperto a ventaglio, gli toglieva le scarpe e gli massaggiava i piedi, come usava fare da viva, e lo guardava di sotto in su con gli occhioni adoranti di una gazzella un po’ orientale.
Ruby non c’era quando Tanjia-Piccolofiore fu ammazzata e fu così scampato alla morte … era le mille miglia lontano… e nessuno gli offrì il cavallo per andare a Samarcanda.. Quando lo seppe tutto era ormai compiuto e Tanjia non era più.
Gli assassini, dopo anni e anni, poi si trovarono impiccati, uno strano destino li colse tutti e tre insieme, nello stesso istante ma in luoghi lontani e diversi in luoghi diversi.. ma questa è un’altra stranezza del passato.
Tatiana-Taty non sapeva più che fare.. si sentiva in colpa.. forse furono le verdure che aveva portate .. non si può mai sapere, a volte basta lavarle in acqua non bollita prima.. una volta mi colse la maledizione del Faraone per essermi lavato i denti con l’acqua del rubinetto anziché con l’Evian in Marocco, in un albergo detto il Ma’amun dove la miglior suite del Griffi pareva fosse il tender del Cristina dell’Onassis …
Tatiana-Taty non parlava bene l’italiano e così si prese il dizionario medico ed il Talismano della Felicità di mia nonna ed un vocabolario, poi un bigino italo-spagnolo e cominciò a studiare… e comparvero sul desco risottini in bianco, poi minestrine di verdure fresche, cotte e spezzettate con frammentini di carne e di fagioli o di patate e/o carote… l’orto cominciò a calare a vista d’occhio… ma Ruby no, sempre malinconico restava.
Una sera di primavera mentre giravo solo nel bosco vidi una macchia bianca che agitava una manina da lontano… sembrava Piccolofiore che chiamasse… Quando capita così bisogna muoversi piano piano, con ben dissimulata indifferenza, lumando sotto il ciglio di un occhio sano e di sguincio, e porre interesse verso terra e chinarsi ed alzarsi come a seguir qualcosa di molto strano, poi girare senza fretta dietro un tronco grosso, fuori dal sentiero, al fianco, prendere il bastone a due mani ed aspettare respirando piano. I fantasmini curiosi si prendono così, anche se vi sembra strano.
Avrete capito spero che era Taty-Tatiana che mi pistava da lontano..Quando le toccai la spalla da dietro fece un balzo di fianco, come la lepre che sente il click del cane di un fucile armato… ma poi rise, con i denti bianchi, e fece segno di sederci e di parlare..
Sempre a me capita di doverlo fare.. volle spiegato il perché e il percome di Rudy e cosa gli fosse capitato… e di Piccolofiore volle sapere ogni cosa. Molte faccende non si possono raccontare a chi non sa quanto nel mondo ci possa essere di male, e dire la verità spesso fa ancor più male; ma non bisogna mai mentire, al più lasciare intendere senza dire. Così quello non fù un colloquio, fu un capolavoro di diplomazia orientale in un pidgin di lingue ed espressioni. Ma gli occhi scuri di Taty persero la lucentezza e l’opaco mi disse che il succo della questione era stato capito.
Si era fatto tardi e subito dopo ci toccò rientrare.
Ci furono i primi segnali di una rivolta aperta all’ennesimo piatto di minestrone frullato servito con i dadini di pane abbrustolito e, al pollo lesso e spellato così si decise che per l’indomani a mezzogiorno il Ciko e sua moglie Nora ci avrebbero invitato…
Alla mattina presto ci fu la sveglia e si decise di partire con arco e balestre e le tute da caccia.. un cinghiale non si caccia in altro modo se non vuoi fare accorrere la guardie volontarie con le pistole… e poi un poco di moto non fa mai male.
Partimmo in tre, Rudy rimase.
Taty-Tatiana dormiva, era ancor notte e solo un filo di luce all’est ci disse l’ora giusta.. ci addentrammo nel bosco verso la pozza che chiamavamo laghetto in formazione aperta … Fu una bella caccia, movimentata e fu una giornata splendida e la Nora, sempre più incinta e grossa, spaperò quà e la per la cucina prendendo a distratte mescolate un Ciko disorientato che voleva aiutarla. Parlammo anche di Rudy… ma poi giunse la telefonata .
Questi erano affari … e il sangue scorse più veloce nelle vene e si cominciò a parlare di cose serie, cose da fare e organizzare giù nella cantina del Lucumone nel casale. Dormimmo da Ciko quella sera e la mattina successiva fummo a casa presto a raccogliere le cose per partire, a sera in un posto lejano eravamo in quattro: Rudy non lo volemmo; dove stavamo andando non si poteva essere distratti da fantasmi che ti parlano mentre hai da fare.
Tuttavia fu una questione semplice da sbrigare, e non molto sanguinosa pure, così recuperammo ciò che c’era da recuperare e dopo tre giorni tornammo al casale di Nora a riconsegnarle Ciko da lavare.
Prendemmo la land di Ciko e tornammo al nostro casale. Ci si ferma sempre prima quando si torna a casa, a qualcuno vien la voglia di orinare, a qualcun altro di guardare le novità attorno attorno.. e qualcosa di strano lo notammo tutti e tre, ognuno dalla sua parte.. per prima cosa l’orto: zappato di fresco e ben curato, poi macchie di colori accesi alle finestre che ci sembraron fiori e poi, sul davanti, lato sud-ovest un bel quadrato bianco pitturato fresco con segni neri a raggera.
Rudy si era ripreso.. calcola e disegna sempre meridiane quando esce da un periodo nero.
Entrammo in casa facendo un poco chiasso e vicino al caminetto trovammo in bella vista una poltrona di midollino con lo schienale alto aperto un po’ a ventaglio e un grembialino bianco a terra e una crestina bianca. Si, eravamo a casa, un altro cerchio aperto da chiudere si era chiuso da se stesso.
Buttammo tutto quà e là disordinatamente e andammo a dormire.
Il sonno scese presto, leggera nuvola gentile, come una morbida coperta di lana alpaca che rimboccasse se stessa con mani lievi in un caldo abbraccio.