Nell'assolvere le mie funzioni di presidente dell’Associazione "Cenacolo Marchigiano" ogni tanto sono chiamato ed esprimere l’ultimo saluto a qualche socio che ci lascia per raggiungere la "Casa del Padre”.
Si tratta sempre di momenti tristi e difficili per trovare le giuste parole tendenti a confortare i familiari e mettere in risalto le doti umane e caratteriali di colui che ci ha lasciato. Salutare Duilio mi è molto difficile e mi riempie di grande commozione e dolore.
Duilio per me non è stato il socio del Cenacolo Marchigiano ma il collega, l'amico, il fratello marchigiano del 14° Corso dell'Accademia Militare di Modena. La nostra affettuosa conoscenza risaliva al 1957 (Cinquant’anni fa!) quando ventenni siamo entrati in Accademia provenienti da due località marchigiane. Fano, per me e Camerino, per Duilio.
Ci siamo subito conosciuti e stimati. Pur non appartenendo alla stessa compagnia, abbiamo sempre fraternizzato, perché marchigiani, ed ironizzato sul nostro non comune nome di battesimo che, peraltro, era posseduto da un altro collega. Tre Duilio su circa 300 allievi ci riempiva di orgoglio!
Quando ci incontravamo, di corsa, nei nostri numerosissimi trasferimenti giornalieri ci salutavamo, secondo il modo marchigiano, chiamandoci "Duvilio". Tutto ciò ci faceva pensare alla nostra amata terra natia, alle nostre tradizioni ed ai nostri cari, che ci mancavano.
Durante la nostra carriera militare ci siamo sempre visti o sentiti. Abbiamo frequentato la Scuola di Guerra in tempi diversi, assolvendo ai nostri compiti di Comando e di Stato Maggiore in diverse località. Negli ultimi tempi nella stessa sede di Roma. Lasciato il servizio attivo abbiamo scelto Roma, come residenza. per stare vicini ai figli e per assolvere anche alle bellissime ed importanti funzioni di nonni.
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