S’incamminò nell’alba lunare
(un omaggio a Kant)

Poesia di Francesco Caporale (Ciccio il Bruzio)



C’era una volta un vecchietto
Non aveva famiglia,non aveva tetto
E per amico uno spelacchiato gatto.

Un dì, sempre ramingo,era alla ricerca d’un letto
Quando scorse,tra l’erba,un tremolante musetto:
Era un piccolo e candido bel coniglietto;

Già sognava,il vecchietto,d’essere seduto
Ad un focolare con su le ginocchia il gatto
E dentro un tegame,ben rosolato,il coniglietto…

Poi fissò quegli occhi imploranti,
Il vecchietto fu toccato nei sentimenti,
Svanì il sogno ed allo stomaco rimasero solo i tormenti.

Così il vecchietto
Prese con sé il coniglietto
E lo pose,al caldo,nel suo farsetto,

Del pane aveva
Ed aveva gran fame e lui ne prese un pezzetto
E lo diede al gatto ed al coniglietto.

S’incamminò nell’alba lunare,
Udì il gallo in lontananza cantare
Ed un coro di voci amiche nel cuore,

Poi senti su di sé un grande calore
E fu felice sotto la volta del cielo stellato
Col gatto ed il coniglietto nello sdrucito farsetto.

 

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