Pesca al tonno


Tonno di 30 Kg. pescato a circa 14 miglia a S-W di bocca d'Arno

Nei nostri mari vi sono varie specie di tonnidi. Del genere " Thunnus"  è presente il Tonno comune o tonno  rosso e  l'Alalunga o Tonno bianco.
Il Tonno comune (Thunnus thynnus) è uno dei pesci più grossi dei nostri mari: può raggiungere 4,5 m. di lunghezza e 0,6 tonnellate di peso.
Naturalmente i tonni da me catturati e mostrati in fotografia hanno misure ben più ridotte!
La biologia di questo pesce è tuttora non del tutto nota: ha abitudini prevalentemente pelagiche ed è un abile e velocissimo nuotatore (raggiunge 22 Km/h); si ciba cacciando pesce.
La cosa straordinaria del tonno è che la sua temperatura corporea è di circa 3° superiore alla temperatura esterna, cosa eccezionale per un animale eterotermo.
L'Alalunga (Thunnus alalunga), invece, è un tonno che rimane più piccolo (fino ad un massimo di 50 Kg.)  e deve il suo nome all'enorme sviluppo delle pinne pettorali.
Altre specie più piccole di tonnidi presenti nei nostri mari, sono:
il Tonnetto (Euthynnus alletteratus), la Palamita (Sarda sarda), il Tombarello (Auxis thazard), ed il Bonito (Euthynnus pelamis).

Tonno di quasi 40 Kg. pescato al largo dell'isola Gorgona (Mar Ligure)

Brevi note di pesca: (drifting ancorato)

La pesca al tonno viene effettuata normalmente da un "team" affiatato, costituito di solito da tre pescatori, ognuno dei quali ha specifici compiti durante l'azione di pesca.
Particolare importanza ha l'azione di brumeggio che viene effettuato con sardine e deve essere costante per formare una scia continua che porti i tonni fino alle nostre esche.
L'attrezzatura principale sarà costituita da:
. canne da altura, con passanteria ravvicinata a carrucole, da 20, 30 o 50 libbre, a secondo della taglia dei pesci che si presume incontrare;
. mulinelli a bobina rotante che contengano almeno 500 metri di lenza per poter avere sufficiente filo per contrastare le "fughe" del tonno;
. terminali di lenza che, in sintesi, sono costituiti da un raddoppio di lenza negli ultimi 9 metri, per sicurezza nel caso che, nell'ultima fase della cattura, la lenza possa toccare qualche parte della barca.

L'azione di pesca può svolgersi così:
Si posa una boa (vds. schizzo a dx) ancorandola sul fondo con una cima di 200 ÷ 300 m. di lunghezza, essendo i fondali dove si svolge tale pesca di una profondità variabile da 70 a 150 m.; si ormeggia la barca alla boa.
Si mettono in pesca tre canne a diverse profondità, ad esempio: 15 - 20 - 25 m. mettendo, al posto dei tradizionali galleggianti, un palloncino gonfiato, legato con un falso nodo.
Quando il tonno abbocca, lo strattone brutale che fa entrare il palloncino in acqua ne provoca lo scoppio, rendendo così la lenza libera di poter scorrere nella passanteria della canna, fino al completo recupero del pesce.

Appena il tonno ha abboccato ad una canna, un pescatore si mette nella sedia da combattimento ed inizia la lotta con il pesce; un secondo pescatore recupera immediatamente le rimanenti canne e si pone a disposizione del collega impegnato alla sedia di combattimento per assisterlo nella lotta e salpare alla fine con il raffio il tonno; il terzo, sciolta la barca dalla boa, si pone ai comandi dell'imbarcazione e manovra in modo che la lenza, a cui è attaccato il tonno, sia sempre tenuta perpendicolare alla barca, per evitare che vada a sbattere contro la barca, e si spezzi.
Se tutto va bene... alla fine il tonno viene issato a bordo!

p.guidoni@iol.it