Comitato 14° Corso Accademia Militare
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Raduno per i 150 anni del''Unità d'Italia
ABANO TERME 23÷25 settembre 2011

Allegato A - Programma di massima

Continuità (14° Corso)

Incontri...
che parlan di tempi lontani
eppur vicinissimi al Cuore:
durezza di giovani vite
tenaci
pronte
con l'animo fiero
ad amare
a servire la Patria...
le Vite si son separate
seguendo i propri Destini:
alterni percorsi
di aspri fardelli
dal duro Dovere
assegnati;
di tenere gioie
in seno all'Amore,
a una dolce famiglia
alle mogli ai figli,
sbocciate...

Si son ritrovati
gl'indomiti Allievi,
ci siam ritrovate
rami
ormai nel corso alterno degli anni
a Voi unificati:
mogli
che abbiam condiviso,
a volte sbuffando

a volte con paziente sorriso,
il peso del duro cammino
la gioia di mete
con gran sacrificio
insieme raggiunte...

Vi siete rivisti, non tutti
(gli assenti, gli Amici scomparsi
da Voi nel centro del Cuor custoditi!),
ci siamo di nuovo incontrate
capelli ora candidi in parte
il passo un po' tremolante
(anch'esso commosso!)
la schiena per alcuni curvata
(non lo si nota poi tanto...)
ma dritto
fiero impettito lo sguardo
con l'animo conscio
d'un lungo fedele cammino
al dolce nostro Paese
con sempre vivace entusiasmo
donato...

Giovanna Licata Petix

In occasione del Raduno del 14° Corso (Accademia di Modena), tenutosi ad Abano Terme, per la commemorazione del 150° anniversario dell'Unita d'Italia.
Un Immenso grazie da Giolipe (Giovanna Licata Petix), che vi vuole bene come ve ne voleva Leonardo


Ma com’è possibile che ad ogni nostro incontro di Corso in… corso – e succede sempre più spesso, o meglio sempre – tutti pensano già alla prossima occasione di un nuovo mini (meglio ancora se maxi) raduno? O, come è successo a fine settembre ad Abano, si pensi non solo all’incontro/auguri di Roma, che a questo punto potrebbe/dovrebbe diventare un appuntamento annuale fisso, ma addirittura a uno (uno solo?!) del 2012? E’ bulimia di incontri? Ricerca spasmodica della gioventù perduta o amenità di questo genere?
Molto più semplicemente – a mio avviso – è il sempre rinnovato e crescente piacere di stare insieme fra vecchi amici (ehm, vecchi perché si tratta di un sentimento nato e cresciuto più di cinquant’anni fa), tra quanti cioè continuano a verificare che certi legami, sorti con lo spuntare delle stellette sul bavero, sono terribilmente saldi, impossibili da demolire, di quelli destinati a durare finché duriamo…noi, ma evidentemente anche oltre.
Beh, inutile nascondersi dietro un dito non parlando dell’età, perché penso sia un elemento importante anche a questo proposito. La nostra vita lavorativa l’abbiamo da tempo conclusa (speriamo che non mi legga Rolando, lui è la nostra eccelsa eccezione/bandiera in tutti i sensi), i figli sono cresciuti, anzi sono già cresciuti pure i nipoti, gli impegni non mancano ma, quando la mente è sgombra da altre incombenze, il pensiero corre inevitabilmente agli amici, a quelli veri, sinceri e disinteressati.
Quelli, per intenderci, che al momento del bisogno non dovrebbero mai mancare e con i quali, proprio per il tipo di legame che c’è, magari ci si sente solo in occasione dei nostri incontri, ma è come se si fosse stati a bere un aperitivo insieme il giorno prima.
Mettici poi l’ospitalità direi quasi affettuosa dell’Hotel Ariston Molino dove eravamo alloggiati ad Abano (fra l’altro di fanghi ne offriva in quantità, anche se in pochi – o pochissimi – ne hanno usufruito) e il quadro sembra essere quasi completo.
Nel creare un certo tipo di atmosfera in decisivo crescendo appare il ruolo delle Signore (senza di loro, del resto, o in presenza di una loro contrarietà, di raduni non si potrebbe neppure parlare): sempre più partecipi, sempre più inserite nel ruolo di mogli di amici, e quindi animate a loro volta da questi stessi sentimenti, e amiche fra loro, anche tra e con le nuove arrivate. E a tale proposito, un sincero plauso e altrettanta ammirazione – a proposito di Signore di provata sensibilità – mi sento (ma credo di poterlo fare a nome di tutti) di rivolgere alle Vedove di quanti ci hanno preceduti Lassù, perché con la loro presenza ai raduni non solo ci ricordano più da vicino i loro mariti scomparsi, ma sono le migliori testimoni di un attaccamento al Corso che non ha pari e addirittura prescinde dall’ aver indossato direttamente le stellette. Attaccamento a certi valori che del resto si manifesta nella sua pienezza – con sincera partecipazione e anche commozione - anche e soprattutto in occasione del ricordo che viene ogni volta rivolto ai nostri commilitoni che non ci sono più: momenti di qualche brivido, l’affetto mai venuto meno, un sommesso arrivederci…
A dare ulteriore corpo a questi incontri ci sono anche delle novità. Prendiamo ad esempio proprio Abano. Chi ti spunta all’orizzonte? Intanto Salvatore “tuono” De Montis che, oltre che per il tono della voce, è come sempre un vero e proprio uragano, che si scatena soprattutto quando – in terra o in navigazione sul battello lungo il Brenta - incontra Giovanni, Saverio, Giorgio, suoi compagni soprattutto di studi (uh, che non ti dico…): non si era mai visto prima. Ed è rimasto tanto deluso e scontento di questo suo revival (la moglie, naturalmente a sua volta new entry, ha detto che non l’aveva mai visto così giovanilmente contento…) da assicurare che non mancherà più ai nostri incontri.
Quasi “novizio” anche Giovanni Papini, che si era visto solo al 50°, a Modena, e che ha voluto (re)incontrare gli amici in una sede/occasione meno ufficiale, ma non per questo meno importante. Va poi a vedere cosa gli tocca: non essendo intervenuti i big del Corso, si è ritrovato a essere il più alto in grado tra i presenti. Quindi tocca a lui il discorso ufficiale, in occasione dell’omaggio che i radunisti hanno reso alla lapide del Grand Hotel Terme Trieste & Victoria che ricorda come fosse quella la sede del Comando Supremo dell’Esercito – Gen. Diaz imperante – nella fase della riorganizzazione delle nostre Forze Armate in preparazione della vittoriosa offensiva che si concluse il 3 novembre 1918 con il successo dell’Italia e che sancì la conclusione del nostro Risorgimento.
Che ti fa il Papini? Sfodera una mirabile serie di concetti e di osservazioni che lasciano il segno, per la loro profondità, per il loro alto significato, per la sottolineatura di cosa abbia significato e significhi essere Ufficiali di Accademia Militare del nostro Esercito, soprattutto quando negli Anni Sessanta non era granché la considerazione di cui godevano da parte dell’opinione pubblica (e dei politici!).
Tutte queste cose cadono dal cielo? Decisamente no, ed è per questo – non certo per piaggeria – che queste brevi note si devono per forza concludere con i ringraziamenti: a Nicola, a Mario, a Pino e a Pierpaolo (lui oltretutto è un mago, anche di pazienza, nel rintracciare e prendere contatto – per invitarlo a venire - con chi è stato sempre lontano dai nostri incontri), che si dannano l’anima nell’organizzazione di questi raduni. Senza dimenticare il nostro “Grande Capo” Bruno: molti di noi, per esserci, alle volte coprono distanze non indifferenti, ma lui non abita certo dietro l’angolo di casa, sarebbe troppo pretendere che venisse ai nostri incontri; ma non c’è volta che tramite lettera o telefono non si manifesti presente fra noi. “Grande Capo” anche in questo!
Un grazie particolare, e non solo perché si tratta di una Signora, e per di più deliziosa, a Giuseppina “Pucci” Pausini. Ormai le sue creazioni stanno diventando una vera e propria serie da collezione (scelta felicissima pure l’ultima, dedicata al 150° dell’Unità d’Italia) anche per la grazia, la bravura e l’estro con le quali le realizza.
Un appello agli ex Allievi del 14° (il Corso decisamente più compatto, chi ha qualcosa in contrario si faccia avanti! Riuscire a compattarlo ancora di più non sarebbe poi male, anzi). Tentare non costa niente: l’invito, naturalmente per i “novizi” è di provare per credere. Gli impegni, quando la data di “convocazione” venga comunicata con un certo anticipo, si possono sempre rimandare e/o far espletare ad altri. Chi frequenta con una certa assiduità i nostri raduni, veda di non perdersene neppure uno, sono tutti preziosi. Chi invece se ne è tenuto lontano, non sia sordo a questo richiamo; sono certo che non se ne pentirà, magari si pentirà solo delle occasioni perdute.

Giorgio Verbi



Tutte le foto del raduno
Il video del raduno