Tre episodi significativi
Personaggi: Renato, vari colleghi ed Ufficiali di inquadramento
1° EPISODIO
Il fatto si svolge al Palazzo Ducale nell’anno 1958, circa la prima metà di luglio. Avevo ormai superato quasi l’80% degli esami e mi sentivo già un anziano. E pertanto avevo deciso di rendere evidente questo passaggio di status. Misi al corrente del mio piano alcuni compagni di plotone che, per altro, alcuni erano anche commensali al tavolo della mensa. Tra questi ricordo Di Fenza, Di Carlo, Bussolini, Caldarella. Il progetto era questo: dopo la fine del pranzo, invece di correre verso le camerate per l’angusta scala, riservata ai cappelloni, avrei imboccato il loggiato e raggiunto lo scalone d’onore e da qui raggiunto i locali della 2^ Compagnia. Questa prova di forza doveva essere condotta da almeno tre elementi che si erano dichiarati pronti a seguirmi.
Appena terminato il pranzo, con uno scatto improvviso sono uscito dalla mensa, attraversato velocemente il giardino d’inverno e senza neanche prendere il copricapo ho raggiunto la biblioteca e la prima rampa dello scalone, sicuro di essere seguito dai colleghi. Ma …..giunto alla seconda rampa vedo il percorso sbarrato da un gruppo di anziani tra cui ricordo perfettamente gli scelti Nicolussi-Rossi, Ranieri, Cervone, Lo Faso ed il caposcelto Pozzi: Sono stato circondato, strattonato ed ammonito per la mia “ audacia”. Guardandomi intorno, mi accorgo di essere rimasto da solo: la mia carriera di trascinatore era fallita miseramente!!
L’avventura è finita in modo scontato e patetico: portato dallo scelto Lo Faso dal Ten. Caldarazzo, comandante di plotone vengo sottoposto a varie ispezioni e ne esco con le ossa rotte. Colleziono un certo numero di giorni di consegna.
2° EPISODIO
L’aneddoto raccontato si svolge in località Pievepelago al campo estivo del 2° anno. Eravamo tutti molto eccitati perché eravamo nell'attesa dell’assegnazione alle armi: avevo chiesto di essere assegnato all’Arma del Genio.
A causa di un improvviso malore di un collega, mi è dato l’ordine di sostituirlo al suo turno di guardia. Mi è assegnato il turno peggiore: dalle 04.00 alle 06.00.
Il mio posto e compito erano il controllo della tenda ove era custodita la bandiera dell’Accademia.
Prima di iniziare il servizio, avendo molta sete, nell’intontimento dell’ora antelucana e nel buio della tenda vedo sul tavolino una bottiglia con del liquido trasparente: pensando che si trattasse d'acqua afferro il contenitore e tracanno voracemente: era anice!!! Ma ormai n'avevo ingurgitato una generosa sorsata.
Verso la fine del turno vedo arrivare alla spicciolata i famigli incaricati di preparare la colazione. Dopo un po’ di tempo sono colpito da un odore di caffè proveniente dalle cucine.Non capisco più niente e raggiungo la fonte del profumo. Un famiglio mi porge gentilmente una tazza di liquido caldo che mi ristora e rinvigorisce.
Mentre sto per ritornare al mio posto, scorgo il cap. Babini che mi rimprovera aspramente e finisce la sua ramanzina dicendo “Allievo, si rende conto che potevano rubarle la bandiera a lei affidata?” Ed io nell’incoscienza propria dei 20 anni di rimando gli dico “Ma, Sig: Capitano chi vuole che venga a prendersi una bandiera a quest’ora della mattina ed in un posto così isolato?”
Fortunatamente tutto si è concluso con qualche giorno di consegna perchè il Cap. Babini pur essendo molto burbero, era un “Papà”.
3° EPISODIO
Scuola d'Applicazione del Genio – Torino. Luglio 1960
Le lezioni erano finite e noi saremmo dovuto partire per il campo estivo che si sarebbe svolto sul Tagliamento con base Lignano Sabbiadoro. Successivamente avremmo fatto il giro d’istruzione nelle varie località della frontiera orientale.
La partenza era prevista per le ore 06.00 dalla Spianata con un bus civile.
Essendo un ritardarlo cronico e per questa recidività avevo un certo numero di arresti nel mio carnet, decisi che dovevo fare di tutto per arrivare in orario. Mi ero preparato tutto di sera, avrei dormito vestito parzialmente, ho avvisato la padrona di casa che mi svegliasse, ho messo la sveglia e mi sono accinto a leggere un libro giallo. Tutto è stato inutile!
Morfeo mi ha afferrato tenacemente e….
Ad un certo punto qualcosa mia svegliato, ho guardato l’ora: erano le 06.30!!!! Disperato comincio a ronzare come un calabrone impazzito, ma alla fine riesco a raggiungere la strada dove conto di prendere un taxi. A quell’ora non trovo niente (i tempi erano molto diversi dagli attuali). Mi avvio verso via Lagrange quando scorgo un furgoncino di un panettiere. Gli faccio cenni disperati. Si ferma e comprendendo appieno la mia necessità mi fa salire e con la velocità consentita dal mezzo raggiungo il luogo dell’appuntamento. Il mio orologio segnava 06.45!!
Il Col. Barco camminava su e giù nervosamente, appena mi vede mi da uno sguardo gelido mi fa cenno di salire.Non mi dice nulla e a dire il vero questo comportamento mi lascia disorientato. Nessuno mi dice niente e ritengo che il mio ritardo sia stato perdonato e compreso.
Nella serata si giunge a Lignano. Il giorno dopo, essendo domenica, c'è data libertà. Così si va in spiaggia dove Riccardo Milella ed io facciamo conoscenza con due villeggianti austriache. Giochi vari ed infine appuntamento per la serata da trascorrere a ballare con sviluppi piuttosto promettenti.
La cena si svolge serenamente. Al termine di essa il Cap. Casarano, mi chiama dicendomi, con fare mellifluo al limite del sadismo: “Tenente, lei sa di essere agli arresti?” Il mio entusiasmo per la serata si smorza subito, ma la prospettiva era così esaltante che non ho tenuto conto dell’avvertimento del comandante di sezione di raggiungere, per la via più breve, gli “ appartamenti” (era una semplice stanza che dividevo con Luciano Manco) e di tenermi a disposizione.
Senza pensare alle conseguenze, raggiungo il luogo dell’appuntamento e convinco la ragazza a percorrere una strada secondaria e piuttosto buia per arrivare al locale da ballo.
Rido e scherzo, la situazione mi fa dimenticare i miei problemi disciplinari.
Mentre ci scambiavamo delle affettuosità, sento una voce che perentoriamente mi trascina nella mia realtà. Ero incappato nella terna del Q.P, della Scuola del Genio: Barco, Casarano De Palma. Sono invitato ad accompagnare la signorina e a raggiungere la stanza. Dopo essere arrivato in stanza giunge il Cap. Casarano che me ne dice di tutti i colori arrivando persino a minacciare l’espulsione dalla Scuola per scarsa attitudine militare.
Vado a letto piuttosto depresso.
Il mattino dopo con un tempismo eccezionale mi sono consegnate tre buste gialle con cui mi vengono comunicate le motivazioni di 26 giorni di arresti.
1. 10 giorni di A.R. perché mi presentavo ad un incontro con notevole ritardo, creando notevoli disservizi nell’organizzazione della scuola
2. 10 giorni di A.R. perché agli arresti,uscivo ugualmente a diporto
3. 6 giorni di A.S. perché mi accompagnavo a giovane donna a me non legata da vincoli di parentela.
Ho trascorso le ore di riposo dalle attività addestrative nella mia stanza prendendo il sole in terrazzo e facendo frequenti docce per sopportare il caldo, mentre gli altri si divertivano in spiaggia.
Durante il viaggio d’istruzione ho visto varie località seguendo le attività della sezione ma durante le uscite serali io ero confinato nelle stanze d’albergo.
Ad onore del vero, da quel momento sono diventato molto puntuale, anzi tendo ad arrivare prima!!!!