I due fratelli.
Racconto di Ruggero Contini (Roger)
È straordinario come solo pochi anni or sono un racconto come questo, scritto allora, avesse la facoltà di alterare tanti animi sensibili aperti a problematiche sociali che nell'epoca attuale, in cui viene pubblicato, paiono ampiamente superate dalla evoluzione culturale e dei costumi. Vecchi Residuati potrebbero ritenerlo ancor oggi un racconto razzista, fascista, volgare, fallocratico o di estremismo religioso.
Ad essi se ne sconsiglia la lettura senza il supporto medico previsto in questi casi dalle USL competenti (118) che la Moderna Organizzazione Sanitaria Nazionale Della Mezzaluna Rossa Crescente assicura gratuitamente ed in via preventiva.
In realtà si tratta di un messaggio pubblicitario, siete avvisati.
Robi ufficialmente non credeva nel soprannaturale perciò quando vide uno dei suoi aggressori sollevarsi di mezzo metro da terra si preparò al peggio. In tutti i film di Kung Fù se uno si solleva così è perché vuole tirarvi un calcio.
Si era lasciato incastrare stupidamente: i tre giovani lo avevano seguito sin dal momento in cui, lasciato il bar della stazione, si era addentrato nei vicoletti della città vecchia. Aveva avuto solo il tempo di mettersi in un angolo poco prima dell'attacco per difendersi passivamente almeno da tre lati. E lo fece, anche attivamente, sul lato libero con grinta e determinazione pur sapendo che sarebbe finita male: troppi anni, troppe sigarette, troppi malanni..
L'aggressore, in sospensione totale, proseguì nella sua elevazione innaturale, si inclinò graziosamente di 90 gradi sul fianco sinistro e il tutto partì stupefatto per la tangente, con la testa in avanti, urtando pesantemente il suo collega di sinistra.
Crollarono rovinosamente a terra e se la dettero a gambe. Alle spalle del terzo aggressore si materializzò un' alta figura nera, silenziosa, le mani come pale di eliche di nave che lo afferrarono, lo girarono, e turbinarono velocemente in una serie di schiaffoni violentissimi. Un vocione altissimo gridò un ordine secco : "SGABELLO .." e così Robi , ligio all'obbedienza, si mise pecoroni alle spalle del malcapitato che quando venne colpito dal diretto centrale, inciampò nella sua ex preda e sollevato e ruotato dall'ostacolo basso, precipitò con un soddisfacente suono della testa sulle pietre del selciato.
E Robi seppe così di essere tornato a casa. In suo soccorso era accorso Tokio, suo fratello. Cercò di rialzarsi e Tokio gli disse : "siamo pari, Wolfo" e gli tese la manona per aiuto.
Non so se qualcuno di voi ha fratelli e quali siano i reciproci rapporti; ma Robi/Wolfo e Tokio erano fratelli veri, all'antica, e fra loro tutto doveva essere pari, e Tokio aveva pareggiato un conto vecchio di 40 anni, con gli interessi, da galantuomo.
Quasi mezzo secolo prima infatti, nel cortile di una scuola brulicante di bimbi urlanti, Robi aveva percepito l'urlo mentale di Tokio ed era partito come uno Schnauzer in sua difesa. Più vecchio di due anni ma più minuto fisicamente, compensava i suoi svantaggi fisici con una aggressività totale. Ci vollero tre maestri per staccarlo dall'aggressore, che i segni dei suoi dentini li porta ancora nel braccio ed il messaggio delle sue manine feroci gli ricordano ancor oggi la convenienza di non stringer troppo la cravatta. E' così che Robi divenne Wolfo: mordeva come un lupo.
Orfani di mamma, i due fratelli riversarono il loro bisogno di affetto fra di loro: e non avendo altri cui affidarsi contarono su loro stessi, non individualmente ma coralmente; essi cioè inconsciamente utilizzarono un principio dell'arte della guerra: concentrare la massa delle forze nel momento e nel punto cruciale.
La loro mamma li aveva legati l'un l'altro sul letto di morte, come fanno le mamme mortalmente stanche e disperatamente ansiose e tuttavia fiduciose in Dio: guardando Robi e toccando insieme Tokio aveva trasmesso ad entrambi il segreto della loro forza.
Tokio aveva l'abilità, la forza fisica e la sensibilità totale, Wolfo l'agilità mentale spinta sino alla furbizia e cattiveria assoluta nell’agire.
Con la crescita le differenze fra di loro si accentuarono; ma quella consapevolezza di essere le metà di una sola mela rimase.
Ci pensò la vita a separarli, la vita pareggia e spareggia tutto, alla lunga.
Ognuno di loro ebbe la sua; ma rimase la consapevolezza che, in caso di bisogno, la mela si sarebbe riunita: Tokio aveva un problema pesante da risolvere e così quando Robi lo capì si mise in marcia, con la sua sacca da marinaio.
Non era problema da poco poiché investiva problematiche sociali, di rilievo per quei tempi lontani, di ordine razziale,tribale, religioso, etico, sanitario, numerico, politico.
Tokio aveva un piccolo laboratorio artigiano sistemato nell'enorme scantinato di uno storico e cadente edificio di una vecchia città di mare.
Lo scantinato prendeva aria e luce da antiche finestrelle pesantemente sbarrate poste al livello del suolo del vicolo retrostante l'ingresso principale: il guaio era che erano utilizzate da una tribù di Polentoni Africani, credenti, che si lavavano le mani per pregare Allah, il Misericordioso, in casa loro e le finestrelle di Tokio per spandere generosamente acqua corporale in caso di bisogno.
Ora i Polentoni Africani sono gente che mangia poco e beve molto, per via della sabbia del deserto, e sono solidali fra loro come mafiosi italiani e così Tokio, che di politica etico religiosa e morale ne sapeva poco e reagiva istintivamente e senza mezze parole, si fece molti nemici: poco danno, direte voi, vecchi fascisti :molti nemici molto onore. Ma poi comparvero i coltelli, le minacce e gli escrementi anche all'ingresso principale.
Quando Wolfo centrò il problema seppe che in due non si cavava ragno dal buco.
E così si recò dalle Autorità Competenti. Fu ricevuto e riverito, con comodo temporale, e vide tante di quelle mani oscillanti e chiuse a pera che gli indicarono graficamente il senso di sconforto ed impotenza che pervadeva la P.A. di allora nell'affrontare un problema così insignificante e marginale. Non pregnante di ricadute di stampa positive, insignificante, dunque.
Il problema quindi necessitava di una impostazione più originale e, come sempre, bisognava studiare preventivamente l'avversario ed il terreno, le forze amiche ed i termini temporali.
E fu compito di Wolfo, trovare la strategia da applicare…
I due fratelli pagarono da bere a molti, nelle osterie dell'angiporto e si fecero alleati gli abitanti del palazzo: una manica di vecchietti che intasarono i loro cessi per l'emozione quando suonarono ai loro campanelli. Ma Tokio era artigiano noto, stimato e benvoluto e così dettero loro tutti gli elementi base che servivano alla attività informativa.
Presto detto:
- la tribù, una trentina di individui, alloggiavano in tre ex botteghe minuscole, di proprietà di italianissimi pescecani (cognomi , nomi, via e numero civico),
- si nutrivano prevalentemente gratis presso un centro sociale di frati e monache cristiani,
- defecavano nei vicoli ed orinavano nelle finestrelle,
- campavano di piccolo spaccio e di sfruttamento di due o tre prostitute tossiche italiane.
-
La loro difesa era solidale e violenta, come l'ambiente natìo che li aveva creati ed anche praticamente espulsi, invitandoli, dopo due fermi, ad emigrare clandestinamente in Italia, se non avessero voluto la prigione "ad memoriam" nel loro Paese.
("Ad memoriam", per gli sprovveduti, è una condanna temporale che termina quando detenuto sospettato è dimenticato da tutti.)
Wolfe usò la tecnica pesante: dovete sapere (lo sapete, lo sapete) che in Italia si può fare tutto impunemente tranne che non pagare le Tasse quando accertate e rispettare le disposizioni dei Pompieri.
I tempi sono lunghi e quindi bisognava coordinare accuratamente il tutto.
E così contattò la Guardia di Finanza ed i Pompieri; ma anche la Scienza, la Chiesa del Dio cattolico ed il Profeta Maometto.
Da quest'ultimo apprese la gravità delle scorregge alle orecchie del vero Dio, in quanto possibile segno tangibile della Sua imperfezione nella creazione dell'uomo.
Se non lo sapete ve lo spiego: l'occupazione prevalente dei nomadi nel deserto sabbioso non è la ricerca dell'acqua, ma delle pietre: essenziali elementi liturgici e religiosi nel momento del bisogno corporale.
Il bisognoso religioso, nutrito a farinacei e thè verde, tende ad emettere rumori molesti sotto forma di bestemmiatrici scorregge, e così, picchiando fra loro i due liturgici sassi, fà in modo che le divine orecchie non sentano altro rumore che il loro cozzo ed evita così la possibile offesa religiosa.
La Chiesa cattolica dette a Wolfo la sua peggiore debolezza: il timore dell'omosessualità e dell'impudicizia nei santi ambienti monastici.
Una, due, tre fotografie raggiunsero la Curia in modo discreto: fù una carognata, si sà, non si ha colpa se, qualche volta, qualcuno si affaccia ad una finestra proprio nel momento in cui un altro fa ruotare allegramente il palo virile mentre orina contro il muro esplicando cosi’ la sua fantasia creativa.
Tutto naturale, certo; ma se lo sfondo mostra un frate od una suora la questione diventa grave: il rapporto alla dimensione del fallo è irrilevante rispetto alle possibili morbose curiosità dei mass media.
I riflessi furono quasi immediati: il monastero ebbe bisogno di lavori di ristrutturazione urgentissime e fu chiuso temporaneamente. Sine die, si dice.
Poco danno, direte: le cucine si vendono ad ogni angolo di strada; ed anche le bombole. Quello che non vi dicono è che la cucina và da una parte e la bombola và fuori dai locali.
I Pompieri questo lo sanno benissimo; ma non le tribù, che notoriamente non temono incendi o scoppi nelle tende.
La Guardia di Finanza non dette niente, tutte le Stazioni contattate, ma anche i Comandi Superiori, presero nota dei cognomi e dei nomi.
Cominciarono le ispezioni dei Pompieri, intrecciandosi con quelle della Finanza, a caccia di pescecani.
La Scienza aveva già dato a Wolfe quattro altoparlanti, quattro sensori, un circuito amplificatore, un registratore. Tokio montò il tutto con efferata perizia. Poi i fratelli fecero una cena storica e, memori della antica e giovanile fame, esagerarono vuoi nei cibi vuoi nelle libagioni e terminarono la serata in sala musicale a registrare.
Poi comincio’ la guerra vera.
Il primo colpo lo inflisse la Scienza: i sensori fecero il loro dovere, al primo schizzo di orina, chiusero il circuito, attivarono l'amplificatore, il registratore e gli altoparlanti.
La sinfonia (ora detta l’Immortale) di scorregge che ne scaturì non poteva essere fraintesa da nessuna divinità. Modulate ed assiemate con arte sopraffina loffie, paraloffie, cum gemitis, cum rotolis, rompi mutande, squarciaculo inondarono delle loro note ora modulatamente graziose, ora interrogative o quasi ansiose, ora graffianti ora urlanti ; ma anche incisive e virili e maestose la serenità dell'olimpo notturno e diurno in un crescendo di squisita sensibilità tonale e di epica grandiosità.
I coinquilini presero coraggio dapprima con grida anonime di "porco, porco, falle col culo" o "falle di traverso" e "che ti si strozzino in gola" poi passarono al lancio di escrementi dal cielo, i più coraggiosi, ed alle telefonate anonime alle Forze dell'Ordine ed ai Pompieri (per via delle vibrazioni del palazzo, assimilabile ad un terremoto) i pavidi.
La Questura non poteva restare insensibile, la stampa democratica lanciò i suoi appelli alla concordia ed alla tolleranza, i centri sociali fecero un Forum .. in pratica quindi non cambiò nulla.
Il previsto attacco di reazione doveva provenire dal davanti e così quando otto o nove disperati si lanciarono con ancestrale impeto leonino in una cavalcata kamikaze attraverso la porta aperta e nel buio totale, posarono i piedi su tavolette di legno appoggiate su una moltitudine di palline d'acciaio. Fu una gara di Skate Board senza gloria, dato che il traguardo finale era il muro.
Dove li attendeva la Guardia Repubblicana Imperiale: i due fratelli, con rinforzi di marinai e scaricatori a riposo, sul fondo, li aspettavano a mattarelli per la pasta spianati e segnarono ordine di arrivo e classifiche.
Nella sua versione base il mattarello italiano è più leggero della mazza da baseball, più casareccio, umanitario e gentile, se vogliamo, "di pioppo.. legno dolce".. come disse qualcuno: ma sempre mattarello è, e di italiche dimensioni.
Qualcuno si fece male col coltello, scivolando capita di perderne il controllo, ed è meglio non recarsi al Pronto Soccorso, per via degli accertamenti di Polizia, le bozze sui crani furono leggere, compatibili con cadute rovinose.
Tutto finì presto: la tribù levò le tende e si perse nell'intrico dei vicoli del porto.
Certo, il problema venne spostato da un' altra parte. Ma si sà, ad ognuno il suo problema: Wolfo riprese il suo sacco e Tokio la sua attività artigiana; ma dimenticò di staccare i circuiti.. l'ho detto che era meno reattivo di Robi, vero ? e così al primo vero acquazzone la sinfonia fece ancora tremare quel piccolo mondo ora più sereno e più disposto all'ascolto ed all'apprezzamento del suo crescendo wagneriano.
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Alla decima copia regalata Tokio chiamò Robi che gli fece appendere un cartello e si organizzò: scrisse un racconto, ed aprì un sito Web.
La cassetta, per chi ancora non la avesse, è tuttora in vendita al sito WWW.al_bucodiculo.it
Cercare sotto il titolo "Sinfonia della Mela Intera, detta l’Immortale".
Non si accettano soldi o carte di credito.
Si scarica (o la si puo’ ascoltare) in mp3 a 2,50 Euro al minuto.
Massimo tre minuti di collegamento.
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